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L’intreccio di interessi che portò alla morte di Piersanti Mattarella

Il 6 gennaio del 1980 fu assassinato il presidente della Regione. Due cerimonie, a Palermo e Castellammare del Golfo

Piersanti Mattarella

Una commemorazione alle 9 in via Libertà a Palermo, luogo dove la vita di Piersanti Mattarella venne spezzata il 6 gennaio del 1980. Un momento di ricordo alle 10,30, al cimitero di Castellammare del Golfo, città dove il presidente della Regione è nato nel 1935. Alla cerimonia di Palermo, alle 9, accanto ai familiari di Piersanti, ci saranno personalità politiche della Regione e del Comune, autorità militari e religiose; saranno presenti tra gli altri il sindaco Roberto Lagalla e, in rappresentanza del governo regionale, delegato dal presidente Renato Schifani, l’assessore ai Beni cultuali, Francesco Paolo Scarpinato.

Quelli di Palermo e Castellammare del Golfo saranno, domani (6 gennaio), due momenti dal profondo significato nel giorno dell’anniversario del delitto di Piersanti Mattarella, 44 anni fa: un omicidio che ha segnato la vita dei familiari, e della collettività, che è ancora circondato da tante domande senza risposta.

Di certo, la più recente ricostruzione giudiziaria poggia sulla sentenza, che ha condannato Gilberto Cavallini, emessa dalla Corte d'assise di Bologna sulla strage della stazione del 2 agosto 1980 dove viene evidenziato «il collegamento tra Cosa Nostra, l'eversione terroristica di destra e i collegamenti con il gruppo di potere coagulatosi intorno alla P2 e a Licio Gelli». Una convergenza di interessi tra mafiosi ed estremisti di destra che - come ha scritto nella sentenza il presidente estensore, Michele Leoni - ha riguardato alcuni delitti eccellenti e stragi, manovrata da una regia ancora occulta che ha messo in collegamento Cosa Nostra, 'Ndrangheta e terroristi neri. Il processo di Bologna ha spinto i giudici a scrivere che «l'eliminazione di Mattarella, dopo quella di Aldo Moro, al quale si apprestava a succedere, secondo ragionevoli interpretazioni della fase storica, era indispensabile per eliminare un irriducibile ostacolo ai piani della P2 e al contempo a quelli di Cosa nostra, convergenti sull'obiettivo data l'azione che Mattarella aveva avviato in Sicilia per sottrarre il suo partito all'alleanza con la mafia». Sul delitto Mattarella c’è anche un’indagine condotta dalla Procura Antimafia di Palermo guidata da Maurizio de Lucia e coordinata dall’aggiunto Marzia Sabella.

A Castellammare del Golfo, al cimitero comunale, l’amministrazione comunale ricorderà il concittadino Piersanti. Il sindaco, Giuseppe Fausto guiderà il corteo che, dall’ingresso del cimitero, raggiungerà la chiesetta cimiteriale dove sarà deposta una corona d’alloro sulla tomba del presidente della Regione. Seguirà un momento di preghiera celebrato da don Salvo Morghese, parroco della Chiesa Madre. «Onorato di omaggiare la figura del nostro Presidente Piersanti Mattarella, concittadino dall’alto profilo politico ed umano, esempio di impegno civile e rigore istituzionale in favore della legalità da seguire quale testamento morale - dice il sindaco Fausto - per onorare la memoria di Piersanti e di tutte le vittime di mafia». Piersanti Mattarella riposa dirimpetto la tomba del padre Bernardo, nella chiesetta del cimitero comunale dove, in altra tomba, si trovano anche le spoglie di Marisa Chiazzese, moglie del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fratello di Piersanti.

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