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Raro esemplare di capovaccaio ucciso nel Canale di Sicilia - FOTO

Il Centro rapaci minacciati: «I bracconieri imperversano a 90 km dalle nostre coste»

Una foto scattata a fine agosto in Basilicata ritrae due capovaccai adulti che sorvegliano il loro figlio, nato tre mesi prima. In Italia non sono che una decina le coppie che si riproducono. La madre di questa famiglia si chiama Sara, nata in cattività al Centro rapaci minacciati (Cerm), in Toscana, e liberata in Puglia nel 2015. Per Sara la migrazione 2023 verso l’Africa si conclude il 19 settembre, quando viene uccisa a fucilate nel Canale di Sicilia, tra l’Isola di Marettimo, nelle Egadi, e Capo Bon, in Tunisia. A quale destino siano andati incontro il compagno e il figlio non è dato sapere perché Sara era l’unica dei tre uccelli ad essere dotata di un gps e negli anni precedenti era riuscita a concludere 5 migrazioni verso l’Africa.

Nel 2022 in Italia - racconta il Cerm -, Sara aveva nidificato per la prima volta e aveva allevato due giovani. Grazie ai dati forniti dal suo gps, si è riusciti a scoprire che il bracconaggio sta decimando i capovaccai: poco lontano da dove ha trovato la morte Sara, cadde Agata nel 2015 ed è stato ucciso Tommy nel 2022. Proprio i dati gps di Tommy hanno fatto luce su quanto avviene nelle acque internazionali del Canale di Sicilia: il giovane avvoltoio, liberato in Basilicata nell’agosto 2022, il 21 settembre aveva lasciato le Egadi, diretto verso la Tunisia. Dopo 86 km di volo sul mare, il suo gps aveva segnalato un anomalo e repentino cambio di rotta, seguito da un percorso verso nord-ovest a velocità costante di 20-21 km/h (tipica di un’imbarcazione). Poi più nulla, fino al ritrovamento del gps a Malta, con le fettucce in teflon che fissavano l’apparecchio all’animale tagliate di netto. Si ipotizza che Tommy sia stato abbattuto e issato a bordo di un natante. Gli uccelli migratori vengono immessi nel mercato degli uccelli imbalsamati.

«Dunque, a 90 km dalle coste italiane, si estende una sorta di triangolo delle Bermude che inghiotte i capovaccai - spiega il Cerm - e, probabilmente, risucchia anche molti individui appartenenti ad altre specie che percorrono, spesso a migliaia, questa rotta verso l’Africa come aquila anatraia minore, aquila minore, falco di palude, albanella minore, falco pecchiaiolo, cicogna bianca e cicogna nera».

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