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A Trapani una dieta personalizzata in ospedale per i malati di tumore

De Nicola:«Un bell’esempio di come il servizio sanitario debba seguire il paziente a 360 gradi nella direzione dell’umanizzazione delle cure»

TRAPANI. Il servizio di Dietologia e Nutrizione clinica diretto da Giuseppe Vinci e l’unità operativa di Oncologia, guidata da Filippo Zerilli, del presidio ospedaliero S. Antonio Abate di Trapani hanno intrapreso e condiviso un protocollo di intervento dietologico personalizzato su soggetti affetti da tumore. Da quasi 30 anni infatti l’oncologia mondiale studia il rapporto tra cibo e cancro e la maggior parte degli studi attribuisce a una “buona dieta” la possibilità di evitare complessivamente tra il 30 e il 40% di tutti i tumori. Secondo i dati del OMS nel 1996 in tutto il mondo più di 10 milioni di persone si sono ammalate di cancro, ebbene 3 o 4 milioni avrebbero potuto evitare la malattia se negli anni precedenti si fossero alimentati diversamente. Numerose evidenze scientifiche internazionali in campo nutrizionale hanno stimolato una profonda riflessione sul diverso ruolo interpretato dagli alimenti di origine vegetale rispetto a quelli di origine animale nelle malattie. “Questo protocollo - ha commentato il direttore generale dell’ASP Fabrizio De Nicola - è il primo di questo tipo in provincia di Trapani. E’ un bell’esempio di come il servizio sanitario debba seguire il paziente a 360 gradi nella direzione dell’umanizzazione delle cure, supportandolo a livello medico, assistenziale, e anche nutrizionale”. L’ intervento dietologico personalizzato condiviso, consiste nell'affiancare ai protocolli farmacologici e chirurgici la migliore matrice nutrizionale sostenibile con il duplice obiettivo di far raggiungere o mantenere (nei pazienti trattati) una condizione di omeostasi metabolica, nutrizionale e umorale e, nel contempo, di potenziare l'effetto dei trattamenti oncologici, arginando in questi ultimi gli indesiderati effetti collaterali.

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