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Il sindaco di Pantelleria: «Solo l’inno di Mameli è inclusivo»

Fabrizio D'Ancona risponde alle critiche per la scelta di non fare eseguire Bella Ciao

«Riteniamo che l’inno di Mameli sia l’unico totalmente inclusivo e rappresentativo dell’unità nazionale e dei valori costituzionali, conquistati pagando un pesantissimo prezzo in termini di sacrifici e vite umane». Lo dice il sindaco di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona, dopo le polemiche sollevate dall’Anpi per la decisione dell’amministrazione comunale «di censurare l’inno alla Resistenza Italiana, Bella Ciao, per le celebrazioni del 25 aprile, festa della Liberazione».

«Sicuramente - risponde D’Ancona - la mia amministrazione non ha inteso cancellare una parte della storia italiana, né ha mai dimenticato i tanti che hanno sacrificato la propria vita lottando per la libertà, l’autonomia, l’indipendenza».

Sulla pagina Facebook del Comune, poi, D'Ancona ha scritto un lungo commento sulla ricorrenza del 25 Aprile, corredato dalle foto della manifestazione di oggi. «Carissimi concittadini, autorità tutte, oggi l’Italia - scrive il sindaco di Pantelleria - celebra l’anniversario della Liberazione, per me il primo da sindaco. Questa ricorrenza merita delle riflessioni che mi auguro possano contribuire a ritrovare quello spirito di concordia e di unione di cui noi abbiamo bisogno, partendo da Pantelleria sino ad arrivare alla nostra nazione tutta».

«Il 25 Aprile 1945 - ricostruisce - segna la fine della Seconda guerra mondiale, dell’occupazione nazista, del Ventennio fascista, delle persecuzioni anti ebraiche, dei bombardamenti, dei lutti, delle privazioni che avevano afflitto e mortificato per lungo tempo la nostra comunità nazionale. Tuttavia, è doveroso ricordare come la medesima data non segnò anche la fine della sanguinosa guerra civile e la spirale d’odio che in alcuni territori perdurò ancora per diversi mesi ed è altrettanto corretto ricordare come, mentre quel giorno milioni di italiani tornarono a godere della libertà, molti altri nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia iniziarono a subire efferati eccidi con il successivo dramma dell’esodo dalle loro terre. Da quel 25 Aprile nacque comunque un nuovo percorso per la nostra Italia, che portò alla nascita di una grande nazione repubblicana, liberale, democratica, solidale, forte, i cui valori verranno sanciti con grande lungimiranza all’interno della Carta Costituzionale. Tali valori, pur tra le tante contraddizioni che hanno segnato i primi anni del dopoguerra, sono ai giorni nostri patrimonio imprescindibile della nostra società civile, un patrimonio a cui nessuno di noi sarebbe disposto a rinunciare».

Dopo questa lunga permessa storica, arriva il passaggio sulla volontà di accomunare tutti nel ricordo di quella data. «In questo nostro primo 25 Aprile da amministratori di quest’isola - spiega il sindaco -, abbiamo ritenuto doveroso ricordare tutti coloro che pagarono con la loro vita le scelte scellerate del passato e nel contempo ricordare e ringraziare tutti coloro che perirono combattendo per la nascita della odierna Italia. Una festa di tutti gli italiani, una festa di tutti i cittadini di questa nostra piccola isola che deve guardare al futuro delle nuove generazioni, trasmettendo loro un forte segnale di inclusività, superando le tante lacerazioni del recente passato. Per tale ragione abbiamo ritenuto doveroso festeggiare questa ricorrenza, stabilendo un cerimoniale, alla presenza dei rappresentanti dell’Anpi, delle forze armate, delle autorità civili, per ricordare l’inizio del percorso democratico del nostro Paese, sottolineando che, pur nelle differenze che contraddistinguono ciascuno di noi, siamo tutti cittadini di un’unica nazione, l’Italia e ne dobbiamo essere fieri».

Poi la risposta alle critiche per la scelta di fare eseguire solo l'inno di Mameli e non Bella Ciao durante la giornata. «A quanti approfittano di questo importante evento per avere una loro visibilità e per continuare a lanciare messaggi controversi e divisivi, che non aiutano certo la crescita della cittadinanza locale, accusando l’attuale amministrazione di aver effettuato delle censure - afferma D'Ancona -, rispondo in maniera chiara e forte. I nostri sentimenti, i nostri valori, la nostra vita, la nostra cultura, la nostra storia, ci hanno visto, ci vedono e ci vedranno sempre portavoci e fautori di principi democratici, liberali, repubblicani, valori conquistati con il sangue di molti italiani e che oggi sono patrimonio di tutti. Nessuno di noi è o potrà essere in futuro disponibile a rinunciare alle libertà acquisite. Nella fattispecie, il cerimoniale deciso dall’amministrazione ha previsto di concludere questa ricorrenza con l’ascolto delle note dell’inno di Mameli, ad oggi l’unico inno che unisce la nazione tutta, vincitori e vinti, senza distinzioni di appartenenza. Abbiamo ritenuto giusto farlo senza censurare alcuno e lo abbiamo fatto».

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