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Castelvetrano, il sindaco vieta i palloncini volanti: le tartarughe marine ringraziano

Stop a nastri di plastica e a palloncini ad elio o gonfiati con altre sostanze che li facciano volare. Questa la decisione del sindaco del Comune di Castelvetrano, Enzo Alfano, che ha firmato un'ordinanza, vietando l’utilizzo, su tutto il territorio comunale, di «nastri colorati e palloncini in gomma e materiale similare riempiti con gas più leggeri dell’aria senza qualsiasi apposizione di un oggetto di peso sufficiente tale da contrastare la capacità di sollevamento del palloncino».

L’ordinanza del primo cittadino è figlia di un accordo siglato tra l’amministrazione comunale e l’associazione Plastic free. Un protocollo di intesa che ha ulteriormente rafforzato un rapporto che da due anni a questa parte vede grande sinergia tra i due enti: in particolare, l’accordo prevede una serie di attività di sensibilizzazione come raccolta di plastica e rifiuti, lezione di educazione ambientale nelle scuole, informazioni sui social, e segnalazione di abbandoni abusivi di rifiuti.

Dal canto suo, il Comune si impegna a supportare le attività e le iniziative di raccolta, concedendo il patrocinio e garantendo il supporto della Sager srl, azienda deputata alla raccolta dei rifiuti nel Comune di Castelvetrano. L’intesa firmata nei giorni scorsi ha quindi rappresentato il passo decisivo verso la nuova ordinanza, già presente in molti paesi europei ed extraeuropei. E le tartarughe ringraziano. Da uno studio internazionale risulta infatti che i frammenti di palloncini e nastri colorati sono uno dei rifiuti marini più frequenti ritrovati nei mari italiani. Un palloncino ormai lacerato che galleggia in mare richiama molti abitanti marini, in particolar modo per le tartarughe che scambiano i frammenti di plastica per meduse o calamari di cui vanno ghiotte.

Per capire la portata del fenomeno basta guardare i rilevamenti pubblicati dal Wwf: sono 570 mila le tonnellate di plastica che vengono rilasciate nelle acque del nostro mare, causando così la morte di quasi 40.000 tartarughe marine che rimangono impigliate in qualche rifiuto o che vengono avvelenate dall’ingerimento di questi ultimi. Le tartarughe, però, non vengono attratte solo dalla forma dei rifiuti ma anche dall'odore. Dopo 3 settimane, infatti, soprattutto gli oggetti in plastica rilasciano un odore simile al cibo di cui si nutrono, in quanto vengono ricoperti di alghe e microorganismi marini il cui profumo confonde i poveri animali.

A cascare nel tranello anche i delfini, i capodogli e diverse specie di pesci e uccelli, nello stomaco dei quali in seguito ad esami autoptici sono stati ritrovati questi materiali. Dai dati in possesso da parte degli uffici comunali, sugli arenili delle frazioni balneari di Marinella e Triscina di Selinunte risulta infatti in aumento il fenomeno dello spiaggiamento di tali specie marine.

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