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Chiesto soggiorno obbligato per D'Alì, vertice a Roma: campagna elettorale in bilico

PALERMO. La richiesta della Dda di Palermo della misura di obbligo di soggiorno per il senatore Antonino D'Alì, candidato sindaco a Trapani, è stata inoltrata lo scorso 4 maggio, ma la notifica del provvedimento, fatta dal Tribunale (e non la Dia) con la fissazione dell'udienza, è arrivata alle 15.20 di ieri, quando erano già scaduti da oltre tre ore i termini per la presentazione delle liste per le elezioni dell'11 giugno.

Le liste collegate a D'Alì dunque erano già state presentate. Persone vicine a D'Alì fanno sapere che se la notifica fosse stata fatta prima della scadenza dei termini si sarebbe preso in considerazione l'eventuale ritiro del senatore con l'inserimento di un altro candidato sindaco da parte della coalizione. A questo punto, se D'Alì decidesse di ritirarsi tutte liste a lui collegate decadrebbero.

Ecco perché secondo alcune fonti della coalizione D'Alì potrebbe andare avanti nella campagna elettorale, al momento sospesa in attesa di un vertice a Roma. Per l'avvocato Gino Bosco, uno dei legali del senatore, "si tratta di una esasperazione della democrazia". "Le considerazioni della Procura sulle motivazione della sentenza di appello - aggiunge - potevano essere fatte con più celerità in modo da evitare di arrivare a ridosso delle elezioni". D'Alì è stato assolto in primo e secondo grado dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

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