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Trapani, il tribunale reintegra Fazio in Consiglio comunale

Mimmo Fazio

TRAPANI. Mimmo Fazio torna in Consiglio comunale. Lo ha stabilito il Tribunale con la sentenza nella causa tra lo stesso Fazio, escluso dall'assemblea cittadina per via di una presunta incompatibilità con la carica di consigliere, ed Aurora Ranno, la consigliera comunale che ha preso il suo posto.
La vicenda è legata alla causa civile tra Fazio e Vito Dolce, ex presidente della Sau, rimosso da Fazio quando era sindaco e che ha portato alla condanna penale dell'ex primo cittadino. Motivo per cui Dolce ha chiesto un risarcimento di 200 mila euro in una causa civile a Fazio, chiamando il Comune in “garanzia”.
Nel merito il giudice ha motivato la sentenza affermando che “non sussiste alcun dubbio sul fatto che, il ricorrente Mimmo Fazio, avendo notificato una scrittura privata autenticata con cui riconosce il proprio obbligo di conseguire l'accoglimento dell'azione civile formulata da Vito Dolce e rinuncia all’eventuale diritto di rivalsa – ha sostanzialmente rimosso la causa di incompatibilità sopravvenuta a proprio carico”.
Stipulando una fideiussione assicurativa in favore del Comune, per il giudice, Fazio “ha determinato l'intervenuta cessazione della materia del contendere rispetto alla domanda subordinata di garanzia formulata, nel corso del primo grado di giudizio, da parte del Comune di Trapani. E nell'ipotesi in cui il Comune scegliesse di riproporre tale domanda nel corso del giudizio di appello, questa non sarebbe sorretta da alcun attuale interesse ad agire, essendo stata superata dal riconoscimento in via negoziale dell'obbligo di garanzia da parte di Fazio”.
Per Fazio, candidato a sindaco per le amministrative di giugno, quindi, “il Tribunale ha reso giustizia rimuovendo una “soverchieria politica” posta in essere da alcuni soggetti che invece di contrastarmi lealmente hanno scelto il percorso della strumentalizzazione senza neppure essere all’altezza di architettare giuridicamente la trappola che avevano immaginato. Spiace che molti consiglieri comunali si siano prestati a questo sporco gioco, mortificando l’istituzione di cui fanno parte e che rappresentano”.

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