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Trapani, il voto di sfiducia flop divide i democratici

TRAPANI. La linea del non ritorno nel Partito democratico sembra essere stata superata. Il segretario cittadino Francesco Brillante, infatti, accusa ora apertamente Ninni Passalacqua, il consigliere comunale che non ha votato la mozione di sfiducia al sindaco Vito Damiano nonostante l’indicazione della segreteria, di aver trattato con lo stesso primo cittadino l’ingresso in Giunta di esponenti democratici.“Il 28 dicembre 2014 ha proposto a Sabrina Giudici, ex assessore comunale a San Vito e componente della segreteria cittadina, di entrare a far parte della Giunta Damiano” è l’accusa che Brillante rivolge a Ninni Passalacqua. E, poi, rincara la dose.

“Quando ufficialmente ha capito che il Pd non sarebbe entrato in Giunta, ha provato con trattative personali per chiudere l’accordo e far diventare assessore Dario Safina, dirigente regionale del partito oltre che suo nipote”.Parole, quelle di Brillante, che arrivano dopo che la direzione provinciale aveva confermato “la linea politica del circolo di Trapani” il quale “in coerenza con il percorso fatto in questi anni, e sempre confermato all’interno del coordinamento di circolo, quale forza di opposizione, ha deciso di votare favorevolmente la mozione di sfiducia al primo cittadino – si legge nella nota della direzione provinciale del Pd -, avendo sottolineato con forza, sia prima che durante la discussione consiliare, le responsabilità politiche nei confronti della città di coloro che erano promotori della mozione stessa, ma ritenendo il voto favorevole un atto dovuto nei confronti dei trapanesi, così come deciso dal gruppo dirigente locale e nel rispetto anche dei passaggi politici fatti con gli organi provinciali e regionali del Pd”.

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