Hanno investito il salario di mobilità in un opificio confiscato alla mafia. Adesso per i soci della cooperativa Terramia arriva un primo e secondo posto a livello nazionale del concorso «Monna oliva 2019», dedicato alle migliori olive da tavola italiane.
Per la cronaca primo classificato nella categoria «olive conciate in salamoia» e secondo nella categoria «olive condite», sempre nocellara del Belice. Un premio alla pervicacia, abnegazione dei soci,che non si sono risparmiati nel corso di questi anni e adesso l'ambito riconoscimento, giusto premio ai sacrifici su quella struttura che apparteneva al Gruppo 6 Gdo, a cui faceva riferimento l'ex imprenditore Giuseppe Gricoli . I soci inizialmente lavoravano presso la struttura Gruppo 6 Gdo, poi confiscata e pur di continuare nella loro attività nel 2014 chiesero , racconta il presidente Francesco Quarrato, all'Agenzia del beni confiscati di: «acquisire la struttura abbandonata di via Tagliata, per potere riavviare lo stabilimento dedicato alla lavorazione e trasformazione delle olive».
La richiesta , fatta nel 2015, dopo attenta analisi sui soci e l'intento progettuale, fu a loro affidata, con la consapevolezza di trovare un mercato sensibile e ben predisposto ad assorbire prodotti di alta qualità del territorio belicino, compreso l'olio.
L'articolo nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia