Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Belicittà, chiude un supermercato che era stato confiscato a Grigoli: posti a rischio

supermercato Ard

Lavoratori nel bene confiscato alla «Grigoli distribuzione» verranno licenziati a giorni. «Lo Stato non garantisce i dipendenti di attività confiscate alla mafia e noi che lavoriamo per il supermercato Ard discount ne siamo un esempio».

Questo il grido disperato dei 15 dipendenti di un supermercato che si trova nel centro commerciale Belicittà, un tempo il regno di Giuseppe Grigoli, «re dei supermercati», prestanome e prezioso collaboratore del boss latitante Matteo Messina Denaro, arrestato nel 2007.

Dopo l’arresto, il supermercato era stato prima sequestrato e poi confiscato alla «Gricoli distribuzioni srl», perché ritenuto frutto di attività mafiose da parte del noto imprenditore condannato per associazione mafiosa.

L’Agenzia nazionale dei beni confiscati, tramite il Tribunale, aveva provveduto a consegnare il bene a degli amministratori giudiziari che lo avrebbero ceduto in comodato, con avviso pubblico, ad una terza società in maniera tale che non venisse interrotta l’attività.

Dal 2007 ad oggi sono 4 le società che si sono succedute nella gestione del supermercato. All’inizio i lavoratori erano 45, poi nel tempo ne sono rimasti 15. La Ergon Spa, società attualmente affidataria del supermercato, di cui fa parte la Ard discount, lo scorso 28 novembre ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per riduzione del personale a causa della scadenza del contratto di affitto avviato nell’ottobre del 2018 da parte della «Grigoli distribuzioni» e cioè dell’Agenzia dei beni confiscati.

«La società - spiega Mario Parrinello, segretario territoriale Ugl di Trapani - non vuole più rinnovare, per alcuni motivi pare legati ai costi del locale, il contratto con lo Stato per gestire il bene e quindi è costretta a licenziare i lavoratori. Apparentemente è tutto assolutamente normale, come lo è stato in questi anni con le varie società che si sono succedute e chiunque è arrivato nella gestione del bene ha sempre garantito ai lavoratori la continuità di lavoro, all’interno della stessa attività.

Questo - continua il sindacalista - lo si è sempre fatto in due modi, o con la firma di un nuovo accordo preventivo con la nuova società subentrante o attraverso la firma di un accordo anch’esso preventivo con la Prefettura trapanese, che rappresenta lo Stato nel nostro territorio, e che quindi faceva da garante con la nuova società». A partire, però, da mercoledì 8 il supermercato, sotto questa attuale gestione, chiuderà e per i lavoratori al momento non è arrivata nessuna garanzia. L’Agenzia dei beni confiscati non avrebbe ancora trovato l’accordo con una nuova società di gestione. Ugl, Cisl e Cgil sono sul piede di guerra in difesa dei lavoratori e si sono rivolti al prefetto Daniela Lupo per un tavolo di confronto che si terrà l’8.

«Lo Stato dovrebbe prendersi l’impegno da una parte di sconfiggere la mafia - dice Parrinello - e la confisca è sicuramente uno strumento valido, ma dall’altro ha l’obbligo di tutelare quelle persone, come i lavoratori, che nulla hanno a che fare con la criminalità, padri di famiglia e rischiano di rimanere per strada».

 

Digital Edition
Dal Giornale di Sicilia in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Caricamento commenti

Commenta la notizia