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Dilaga la protesta degli agricoltori, trattori sulle Madonie e al porto di Mazara del Vallo

Il movimento La Sicilia alza la voce protesta per l’aumento dei costi di produzione e per il basso prezzo col quale vengono pagati i prodotti

La protesta sta infiammando l'Europa. Ma chi scende in strada garantisce: «Non siamo i gilet gialli, non siamo i forconi. La violenza in piazza a Bruxelles qui non ci sarà mai», garantiscono gli agricoltori sui loro trattori.  Anche oggi i trattori si sono mossi in tutta la penisola: dall’Aquila a Matera, dalla Puglia alla Campania, in Toscana, in Sicilia e in Sardegna. Anziani e giovani, padri e figlie, anzi figlie, snocciolano in poche parole il loro manifesto: «cibo sano, il bene dell’Italia, il futuro dei nostri figli, l’Ue matrigna».

Sui trattori infatti viaggiano anche le nuove generazioni che, dicono, «si prendono cura della terra».

Alcune centinaia di trattori e camion oggi hanno attraversato, partendo dal ponte di Resuttano, i comuni di Alimena, Bompietro e Petralia Soprana nelle Madonia, nell’ambito della protesta degli agricoltori sui rincari sulle materie prime e sul gasolio che non sono accompagnate da misure di sostegno per il loro lavoro e da un aumento dei prezzi di vendita. Le proteste degli agricoltori del movimento «La Sicilia alza la voce» si svolgono con i trattori in diverse zone della Sicilia.

Oltre 500 mezzi agricoli e altrettanti lavoratori del comparto hanno infatti attraversato le principali strade dei comuni delle Alte Madonie, partendo dal ponte di Resuttano (in provincia di Caltanissetta) e passando per Alimena, Bompietro e Petralia Soprana, sulla provinciale 19 e la statale 290.

«Non riusciamo più a vivere del nostro lavoro - spiega Aldo Mantegna, allevatore di Gangi - e ai rincari sulle materie prime e sul gasolio, che gravano sulle nostre tasche, non si sono accompagnate misure di sostegno né l'aumento del prezzo di vendita dei nostri prodotti. Così non possiamo andare avanti. Ci rivolgiamo al presidente della Regione, Renato Schifani, e all'assessore all'Agricoltura, vogliamo che prendano una posizione chiara rispetto alle proteste: sono dalla parte degli agricoltori, degli allevatori e dei consumatori siciliani? Se sì, chiediamo che intervengano sulle materie di loro competenza e che si facciano portavoce con il governo nazionale ed europeo». 

I manifestanti inoltreranno un documento con alcune rivendicazioni più urgenti, con la richiesta di convocazione di un incontro a cui possano prendere parte rappresentanti del comitato madonita e i massimi rappresentanti della Regione e del comparto, entro una settimana. In assenza di riscontro, torneranno in piazza con iniziative più incisive.

Gli agricoltori chiedono chiedono la revisione della Pac, con particolare attenzione alla deroga del 2023 Bcaa 8, che introduce l'obbligo di lasciare il 4% delle aree seminative non produttivo - spiega Tiziana Albanese, a nome del Comitato spontaneo delle Madonie - abolizione definitiva dell'Irpef agricola e dell'Imu, l'adeguamento dei prezzi dei prodotti agricoli proporzionato all'aumento dei costi di produzione, la fissazione di un tetto massimo prezzo carburante agricolo, il pagamento immediato dei contributi Pac e Psr, l'immediato decreto di declaratoria di calamità naturale per l'annata agraria 2023/2024, l'aumento dei controlli sulle merci (sia le materie prime che i prodotti finiti) importate in Italia, che devono osservare gli stessi protocolli imposti sulla produzione locale.

«Aggiungiamo anche alcune richieste specifiche del nostro territorio - conclude Santa Gangi, portavoce del comitato - specialmente interventi di controllo e contenimento della fauna selvatica, interventi di manutenzione stradale per garantire il raggiungimento delle aziende del territorio da parte di auto, mezzi agricoli e mezzi per i rifornimenti e il trasporto dei prodotti. La Sicilia e le Madonie hanno una forte vocazione agricola, ma senza interventi urgenti a favore del comparto rischiamo di svendere i nostri terreni e allevamenti, frutto del sacrificio dei nostri padri e dei nostri nonni. Ne vale della possibilità di scegliere di restare qui e non emigrare».

La protesta si è allargata anche al trapanese. Dopo Castelvetrano, i trattori hanno riempito le strade di Mazara del Vallo. Oggi hanno fatto ingresso nell’area del porto nuovo i trattori che aderiscono al movimento.

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