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Mazara, il caro-gasolio fa salire il prezzo e il gambero rosso resta nei frigoriferi

Un pescatore di Mazara con un «cartone» di gambero rosso (foto Mezzapelle)

Smaltire le scorte di gambero rosso nei congelatori sperando anche in un abbassamento dei costi di produzione. Questo l’obiettivo di molti armatori ed imprenditori ittici di Mazara del Vallo.

Dopo una difficilissima campagna primaverile ed estiva di pesca, la quasi totalità dei circa settanta pescherecci che compongono la flotta mazarese si trovano ormeggiati nel «porto nuovo» in attesa di riprendere il mare a settembre. Formalmente l’arresto delle attività di pesca per circa un mese è dovuta al cosiddetto «fermo biologico». La complessità del periodo induce però gli stessi proprietari dei motopesca a ricercare insieme ai grandi commercianti di pesce delle soluzioni per fare fronte al calo della domanda, soprattutto per un prodotto rinomato e pertanto considerato di lusso qual è il gambero rosso pescato negli areali internazionali, a ponente e a levante del Canale di Sicilia; diversi pescherecci mazaresi si spingono in lunghe bordate di pesca, della durata di oltre due mesi, anche nel Mediterraneo orientale.

«L’erosione dei redditi a causa dell’aumento generalizzato dei prezzi – spiega Gaspare Asaro, proprietario di cinque barche e commerciante ittico, nonché vicepresidente del Distretto della Pesca- sta influendo moltissimo nella richiesta da parte del mercato di gambero rosso». Poco più di un mese fa un cartone (12 kg) di gambero rosso di prima pezzatura è arrivato ad essere venduto anche oltre 900 euro; in pratica un chilo venduto fra i 70 ed 80 euro. Oggi il prezzo del gambero rosso, considerata la quantità presente nei magazzini ittici, è in progressivo ribasso, si cerca di eliminare le scorte.

«Non vorrei che nel frattempo i nostri pescherecci sono fermi - avverte però Santino Adamo, armatore e presidente della sezione mazarese di Federpesca, alla quale associati gran parte dei proprietari dei pescherecci mazaresi- qualche commerciante importi altro pesce dall’estero alimentando manovre speculative sui prezzi». A Mazara del Vallo la problematica caro gasolio è molto sentita in quanto la tipologia di pesca industriale d’altura esercitata ha fortissimi impatti su un comparto che ha subito in questi anni la progressiva restrizione delle zone di pesca; vedi in primis il divieto imposto dalle Autorità marittime di pescare nelle acque internazionali antistanti la Libia, all’interno della cosiddetta Zee dichiarata unilateralmente da Tripoli “off-limits” fino a 74 miglia dalla costa; si tratta di aree fangose storicamente battute dai motopesca mazaresi per la cattura del gambero rosso con reti calate oltre i 500 metri di profondità.

Negli ultimi mesi il prezzo del gasolio ha varcato la soglia di un euro per litro, fino ad 1,10; un pieno per un peschereccio che dovrà stare via un mese costa circa 70mila euro. Risulta pertanto sempre più forte per le imprese mazaresi la concorrenza delle marinerie nordafricane ; in Tunisia, ad esempio, il gasolio si paga sotto i 0,30 centesimi. Gli armatori mazaresi da mesi chiedono al Governo un prezzo fisso del gasolio che li metta al riparo dalle improvvise oscillazioni.

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