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Rara e delicata, la cipolla di Partanna venduta un anno prima del raccolto

PARTANNA. Prove di microfinanza rurale per la  «Cipudda partannisa», una varietà di cipolla del territorio di Partanna, comune rurale della valle del Belice in provincia di Trapani, così rara e rinomata da essere di fatto tutta prevenduta di raccolto in raccolto.

Si conserva per poco tempo, è delicata, poco resistente agli urti e quindi a trasporti a 1000 chilometri. È dunque raro trovarla sul mercato perchè i buongustai si impegnano a comprare l'intera produzione di questa cipolla rossa, un prodotto di nicchia - inserita fra le biodiversità di pregio da Slow Food - perchè cresce solo nei territori di Partanna, grazie al terreno sabbioso e la ricchezza d'acqua che lo caratterizza, e qui viene anche trasformata in crema oppure in confettura.

Per la crema spalmabile, prodotto non dolce, la cipolla è cotta in padella con vino, uva passa, capperi e sale. Per la confettura, la cipolla subisce una prima macerazione in vino e foglie di alloro dopo essere stata tagliata a fette. Si prosegue tradizionalmente con la cottura in grandi pentole aggiungendo zucchero.

La «Cipudda partannisa» può pesare anche un chilo, e ha sempre notevoli dimensioni. È nota per il sapore delicato tanto da poterla utilizzare in insalate saporite che si possono fare con pomodori, olive, origano, ma anche per i numerosi altri modi in cui si può mangiare, come accompagnamento in agrodolce in piatti a base di pesce, favolosa con tonno e menta, o un piatto di pasta con cipolle, pancetta e pecorino e altro ancora. E si differenzia dalle altre cipolle perchè è più piatta, rossa e carnosa e di sapore molto dolce.

«L'estate, al momento della raccolta, è il momento migliore per gustarla» ricorda Cristoforo Malerba dell'Azienda Agricola Cri.Sma che la produce al naturale, senza apporto di prodotti chimici. Per assaporare questa tipicità il 23 e 24 luglio, nella cittadina che custodisce il monumentale Castello di Grifeo, si terrà una sagra che permette di esplorare l'estrema versatilità in cucina di questa tipicità sicula, portata a Expo tra i tesori della biodiversità agroalimentare dell'isola.

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