MARSALA. È un bilancio in chiaroscuro quello che Maria Luisa Famà traccia dei suoi cinque anni come direttore del Museo regionale Lilybeo e delle aree archeologiche demaniali della città. Ha fatto tanto per aprire le porte dei beni culturali a un numero sempre maggiore di persone, ma ha deciso di andare in pre-pensionamento «perché non ci sono più le condizioni per lavorare bene». Mancano, soprattutto, i fondi necessari per proseguire quell'opera di valorizzazione e fruizione cui la Famà ha impresso un'accelerazione sin dal suo insediamento (settembre 2010).
«I problemi che ha vissuto il Museo Lilybeo e l'annesso parco archeologico - dice l'ormai ex direttore - sono gli stessi che hanno appesantito l'attività di tutti gli altri istituti dei beni culturali per la notevole diminuzione di finanziamenti da destinare alla manutenzione, alla pulizia, alla conservazione, alla gestione e al personale. Quando vengono meno queste risorse non è facile gestire i beni culturali. Ciò nonostante, nel mio caso, il bilancio non è del tutto negativo. Il numero dei visitatori, infatti, è aumentato di anno in anno. Adesso, sia il museo che il parco registrano un afflusso intorno ai 50 mila visitatori l'anno, con un aumento di circa il 30% rispetto al passato».
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