Misteriosa Mokarta, osservandola dall’alto, sembra una collana di anelli. E ancora più misteriosa è la ragione per cui venne repentinamente abbandonata. Fatto sta che Mokarta – sito nel quale l’archeologo Sebastiano Tusa scavò a lungo e che definì «una città della preistoria», una delle primissime costruite nel Mediterraneo occidentale - è il sogno di ogni ricercatore di antichità, cristallizzata com’è al momento esatto in cui venne incendiata e distrutta, con le coperture delle capanne crollate che sigillarono suppellettili e utensili all’interno. Gli scavi, cominciati nel 1994, misero in luce in una delle capanne uno scheletro di un abitante in fuga, schiacciato dal crollo di un tetto. In un primo momento fu identificato in una ragazzina di circa 14 anni, che gli archeologi chiamarono Nina. Indagini antropologiche più recenti hanno invece fatto ipotizzare che si trattasse di un bambino di circa 10 anni. Soltanto nel 2014 venne alla luce l’impianto originario delle quindici abitazioni. Nel 2020 un grave incendio ha riportato l’attenzione su Mokarta.
Un’occasione dunque da non perdere la visita gratuita guidata da Antonino Filippi, archeologo specializzato ed ispettore onorario del Parco di Segesta, che condurrà il visitatore tra le capanne dell’antico villaggio sicano della tarda Età del Bronzo (tra il XIII e il X secolo a.C. quando venne dato alle fiamme). La visita, domenica prossima (21 aprile), dalle 9.30, è organizzata da Coopculture, gestore dei servizi aggiuntivi al Parco di Segesta, nell’ambito del progetto di valorizzazione ai siti archeologici meno conosciuti, che completano la lettura della storia dell’antica città elima.
L'area si trova nel territorio di Salemi, dove il museo archeologico (merita una visita, è aperto domenica fino alle 13.30) conserva i manufatti e i reperti ritrovati a Mokarta, insediamento talmente importante da produrre un tipo di ceramica che ne prese il nome, lo stile Mokarta. I particolari vasi a tulipano prevedevano decorazioni a fasci di linee verticali alternate a motivi a spina di pesce.
Nell’antico sito preistorico, in un paesaggio naturale incontaminato, il tempo sembra essersi fermato a quel misterioso evento che provocò l’abbandono repentino delle cas. L’archeologo guiderà la visita e inviterà ad entrare nelle antiche abitazioni a semplice pianta circolare, originariamente con coperture in legno, ma con un particolare doppio ingresso a forcipe unico in Sicilia, che permetteva di accedere al focolare. Vicino alle capanne vi sono ambienti a pianta rettangolare, forse magazzini o recinti per gli animali. Poco lontana anche una grande necropoli. Mokarta venne ripopolata in epoca medievale, periodo a cui risalgono i ruderi di un castello sul quale si tramandano numerose leggende, legate anche alla nascita della vicina Salemi.
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