Un alcamese, a capo di una missione archeologica siciliana, in Georgia, al confine con la Russia. A guidarla è Massimo Mirabella, presidente del Centro studi Società Geografica Siciliana, e attualmente impegnato nel campo dell'etnoarcheologia presso l’Università di Venezia Ca’ Foscari. La Società Geografica Siciliana, centro di ricerca attivo a livello internazionale, ha infatti ottenuto nel 2023 il supporto e il titolo di "Riconoscimento istituzionale” da parte del ministero degli Esteri italiano - sezione per le missioni archeologiche - per portare avanti la innovativa ricerca di etnoarcheologia. Lo scopo della missione, per ora alla prima fase, è stato quello di intercettare le attuali rotte di transumanza dei pastori georgiani e di stabilire ipotesi di nesso archeologico tra le attuali vie montane e la valle, tra le attività pastorali e quanto veniva praticato durante l'età del Bronzo in quest'area del Caucaso. Le pratiche nomadi del III millennio avanti Cristo possono oggi rivivere, grazie a questo studio etnoarcheologico, che mette a confronto quanto attualmente fanno i pastori con quanto ricostruito dall’archeologia. Lo studio tende ad arricchire le ricerche già effettuate sull'attività di estrazione dell'ossidiana in quest’area in età del Bronzo. "La missione dello scorso luglio – spiega Mirabella - ha seguito le rotte montane al Nord del Paese alla ricerca di testimonianze utili a produrre nuove ipotesi sul trasporto e la commercializzazione della preziosa ossidiana in età preistorica e protostorica”. Il lavoro ha riguardato in particolare le vie di ascensione al monte Tusheti (3000 metri) con particolare attenzione ai luoghi di accampamento dei pastori attivi nella transumanza nei paesi di Dartlo e Omalo. Tusheti, da poco dichiarata patrimonio dell’Unesco, si trova al confine con il Dagestan e la Cecenia ed è stata dominio russo fino agli anni '90. Solo di recente è stato sminato il confine ed è possibile transitarvi. Il territorio, dalla particolare bellezza paesaggistica, viene abitato solo nei mesi estivi presso le caratteristiche città fortificate con la famose case-torre alte fino a sei piani con funzione di osservazione e di difesa. La seconda parte della missione, in programma per il 2024, punterà a mettere in correlazione il rinvenimento a basse quote di oggetti preistorici in ossidiana (punte di frecce e lame) con i percorsi e le procedure per le quali questo prezioso materiale veniva trasportato dal vulcano georgiano Chikiani a valle per la lavorazione e il successivo utilizzo. La ricerca continuerà sotto l’egida del ministero degli Esteri e con l’appoggio dell’ambasciata italiana di Tbilisi alla ricerca di record archeologici e testimonianze etnografiche che meglio possono interpretare questa correlazione etnoarcheologica. Lo scopo del Centro studi SGS è coinvolgere quante più persone possibile nella ricerca e nel sostentamento delle missioni convinti che cultura e progresso scientifico debbano essere appoggiati da tutti.