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Pantelleria come l’antica Roma: c’era un luogo per i comizi dei politici

Gli scavi riportano alla luce l'area delle adunanze di Cossyra: vi si riunivano duecento consiglieri. Scoperta anche una strada larga diretta verso le zone sacre

Pantelleria aveva il suo comizio, un luogo di adunanza. Sorgeva nel foro della città di Cossyra (così chiamavano Pantelleria gli antichi romani). Poteva contenere 200 persone. Era qui che gli eletti e i rappresentanti delle famiglie nobili decidevano le sorti della città. «In principio pensavamo che fosse un teatro – dice il professor Thomas Schaefer dell’università tedesca di Tubinga che da 24 anni scava con i giovani archeologi sull’acropoli di San Marco -. Ora che l’abbiamo portato completamente alla luce abbiamo capito che si tratta del luogo dei comizi. Di strutture come questa in Italia ce ne sono cinque e questa di Pantelleria è la più bella anche perché si è conservata bene».

Gli scavi di quest’anno si sono anche concentrati nell’agora, la grande piazza sotto la collina dove sorgevano i templi. «Vi è una strada molto larga che si dirige da un lato verso i luoghi sacri mentre dall’altro lato non sappiamo ancora dove finisce».

Dopo avere riportato alla luce negli scorsi anni i luoghi sacri ora dalle ricerche vengono alla luce i luoghi pubblici. Vicino ai comizi c’erano due Tabernae, luoghi pubblici frequentati da tutti.
Il Comizio era il luogo ove si riunivano i «consiglieri comunali» e gli «amministratori» per decidere le sorti del paese. L’assemblea era diretta dai duumviri, uno di maggioranza e uno d’opposizione, e forse c’era anche il «segretario comunale», che prendeva appunti e verbalizzava le sedute.

«C’era anche un tempio – continua Schaefer - che per la maggior parte sorge ora sotto un dammuso costruito nel 1800, nel quale abbiamo trovato anche un mosaico. Nei due locali apparentemente dismessi erano state trovate negli anni scorsi alcune munizioni sotto forma di palle di pietre ed una “balista”, una sorta di balestra, un pezzo quasi unico nel panorama delle armi d’offesa romane».

Cossyra era una città autonoma governata dai residenti, ma sempre rispondente all’autorità della famiglia reale e, per questo, c’erano molte figure dei principi. I romani la conquistarono definitivamente nel 217 aventi Cristo. L’anno prima Annibale aveva valicato le Alpi e i romani, controllando il Canale di Sicilia, volevano impedire che gli arrivassero rifornimenti ed altre truppe.

Già nel 2003 erano state trovate in due cisterne le teste in marmo di Cesare, Tito e Antonia Minore, teste che negli anni passati hanno girato i musei di mezza Europa. Al British Museum di Londra hanno avuto un milione di visitatori. Con le foto di Fabrizio Ferri le tre teste imperiali sono state esposte nei musei di mezza Europa e fatto una grande pubblicità all’isola. Gli archeologi, tedeschi e italiani hanno anche trovato un calendario con i fasti di Cossyra. Erano le feste programmate dell’isola. «Sono dieci pezzi piccoli – spiega Il professore Schaefer – in cui sono conservati i nomi che corrispondono all’anno. Purtroppo non sappiamo quello che c’era scritto dietro. Questi calendari erano in uso in tutta l’Italia nel primo secolo dopo Cristo».

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