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Marsala, Claudia Gusmano porta in scena Mozza alla rassegna ‘a Scurata

Giovedì 27 luglio il teatro a mare “Pellegrino 1880”, nell’antica Salina Genna, accoglierà uno spettacolo teatrale che parla di mare nel mare, ma anche di vento, dell’essere donna, di libertà, del peso della terra

“C’è una giovane donna in mare sulla prua di un peschereccio, è lì da tempo e per scelta. Una generazione di marinai la sua, di uomini che hanno visto tutte le albe e tutti i tramonti del loro mondo. La sua infanzia è trascorsa mano nella mano con il nonno, un uomo che il mare ce l’aveva dentro”. Parla di vento, dell’essere donna, di libertà, del peso della terra “Mozza”, atto unico di e con Claudia Gusmano che conta sulle musiche di Ermanno Dodaro e sul disegno luci di Manuel Monilu. Parla di mare nel mare il secondo spettacolo in cartellone della VI edizione della Rassegna “’a Scurata cunti e canti al calar del Sole” Memorial Enrico Russo, ideata e organizzata dal Movimento artistico culturale città di Marsala - M.A.C. L’appuntamento con “Mozza” è per giovedì 27 luglio alle ore 21,30. Claudia Gusmano approda nella sua Marsala dopo aver vinto il premio come Migliore Attrice nella 16esima edizione della rassegna “Bimbi Belli – Esordi nel cinema italiano” di Nanni Moretti, conclusasi lo scorso 20 giugno nell’Arena Nuovo Sacher a Roma.

“Mozza”, come l'intero cartellone, sarà messo in scena nel teatro “Pellegrino 1880” – che prende il nome dal main sponsor della rassegna –, quest’anno riallestito con una forma di abbraccio accolto dallo splendido scenario delle Egadi, tra le quali il Sole lascia memoria di sé nei colori che si specchiano tra cielo e vasche nella antica Salina Genna, dove il palco di tufi, le sedute di legno, adagiate tra gradini brillanti di sale costituiscono una sorta di Isola d’arte, una Isola nell’isola al cospetto delle Isole Egadi, che si staglia nel dipinto naturale dello Stagnone dal tramonto alla sera.

“Con la morte del nonno il destino di Mozza si palesa rapidamente: un urlo liberatorio, viene scambiato per un sintomo di follia, e uno psicologo le diagnostica un semplice e scontatissimo mal di mare in terra. C’è una sola cura a quel punto e il da farsi è chiaro: “Mozza a mare deve stare”. Il suo peschereccio, dotato di un campanaccio da suonare in caso d’emergenza, manca, a insaputa di Mozza, di una parte fondamentale: il timone. Non c’è più nulla che dipenda dalla sua volontà, né tornare né proseguire – spiega Claudia Gusmano, che è autrice, interprete e regista dell’opera –. E nulla è scontato per una ragazza abbastanza leggera per il mare ma troppo fragile per la terra, perché la regola che “ognuno nella vita non fa quello che vuole ma solo quello che può” vale per tutti, anche per lei”.

Uno spettacolo che promette di mostrare scenari che vanno oltre il visibile e l’immaginario e che indagano un profondo che sa di salsedine e quindi armonizza perfettamente col luogo della sua messa in scena. “Ho voluto raccontare questa storia che parla di acqua troppo salata da bere e di terra troppo pesante da sorreggere. È una metafora sulla solitudine che ci accarezza quando iniziamo a delineare i nostri confini e il gabbiano è una luce che ci ancora al mondo desiderandoci singoli ma in mezzo agli altri”.

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