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Coronavirus, ad Alcamo si prega dal balcone: i fedeli invocano la grazia

L'emergenza Coronavirus sta condizionando pesantemente anche gran parte delle attività religiose. Ad Alcamo i fedeli, infatti, si trovano costretti a rinunciare a celebrazioni sempre molto sentite e partecipatissime, quali i festeggiamenti in onore di San Giuseppe (19 marzo), con la rispettiva processione, e la Settimana penitenziale che avrebbe dovuto svolgersi domenica scorsa (ma che ovviamente è stata annullata), essendo, come da tradizione, a partire da ogni terza domenica della Quaresima, portando in processione la sacra statua della Patrona cittadina Maria Santissima dei Miracoli dalla chiesa Madre alla chiesa dei Santi Paolo e Bartolomeo, gioiello del barocco siciliano. E poi viceversa nella domenica successiva. Le autorità ecclesiastiche hanno disposto la chiusura dei luoghi di culto.

Mentre sono fortemente a rischio di annullamento, in attesa di sapere come evolverà questa difficile situazione di emergenza sanitaria, anche altri riti religiosi in prospettiva della Pasqua e in altre parrocchie. Si vive un clima di grande incertezza circa i possibili sviluppi della pandemia. Sacerdoti di varie parrocchie si organizzano, intanto, trasmettendo le messe in diretta streaming sul Web. In alcuni quartieri, c'è chi prega e canta anche affacciandosi alle finestre e ai balconi delle case. Ad organizzare, ogni anno, i festeggiamenti per San Giuseppe è la parrocchia Sant'Oliva.

"Nei giorni scorsi abbiamo addobbato a festa l'altare di San Giuseppe in chiesa - dichiara il parroco, padre Saverio Renda -, aprendo le due porte. Ho visto entrare in chiesa, finché è stato consentito, persone che anche in lacrime mi hanno salutato e dalle quali traspariva una certa amarezza per questa situazione che stiamo vivendo. Poi, su indicazione del vescovo abbiamo dovuto chiudere".

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