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Calatafimi Segesta Festival, domani in scena "La memoria degli innocenti"

Storie di stragi e riflessioni per non dimenticare: il 23 luglio, alle 19.15, al Teatro Antico di Segesta, “La memoria degli innocenti”. Uno spettacolo diretto da Giancarlo Figuccio, con Anna Graziano e Giuseppe Battiloro, che sarà preceduto da un tributo alle vittime delle stragi della banda musicale del Corpo forestale della Regione Sicilia.

Un nuovo appuntamento al tramonto per il Calatafimi Segesta Festival – Dionisiache 2018, la manifestazione organizzata dal Comune di Calatafimi Segesta in sinergia con il Parco Archeologico di Segesta e la direzione artistica di Nicasio Anzelmo.

Durante una serata che volge al termine, la richiesta d’aiuto fatta da una stravagante signora che irrompe nello studio di un diffidente professionista, rimane dapprima inascoltata. La donna ha smarrito i ricordi, non ha più un’identità e, dopo svariati tentativi, l’atteggiamento resistente del cinico psicologo la induce a desistere; ma poi, improvvisamente, poche ed intense parole che lei rivolge a lui, ribaltano la situazione, richiamando l’uomo al suo dovere di professionista e, come tale, ad intervenire nella speranza di recuperare i ricordi perduti.

Dai racconti della donna, gradualmente e inaspettatamente emergono, però, realtà contrastanti, immerse tra la visione di un glorioso passato inneggiante alla ricchissima eredità culturale fondata sulla bellezza creativa e gli ultimi cinquant’anni di storia permeata da spietati fatti di cronaca, da piazza Fontana a Capaci e via D’Amelio. Attraverso i ritrovati ricordi, i sentimenti positivi lasciano, quindi, il posto al dolore e alla vergogna.

“La Memoria degli Innocenti” è un invito a chiedersi: “complici della bellezza o dell’illegalità?” E’ uno stimolo ad avvertire il bisogno, individuale e collettivo, di essere artefici di una scelta, di un cambiamento, di una forte presa di coscienza, di un definitivo allontanamento dalla mentalità di chi si scarica delle responsabilità con il pretesto che il compito di mettere a posto le cose sia da demandare sempre agli altri.

È un invito a guardarsi dentro, ad acquisire la consapevolezza che, quando ci si discosta dai principi etici, il comportamento di ogni singolo abitante del nostro amato quanto maltrattato paese, si riversa su quello di un intero popolo.

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