CALATAFIMI SEGESTA. Ancora una prima nazionale al Teatro Antico di Segesta l'11, 12,13 e 14 agosto alle 19.15. In scena i Menecmi, una delle commedie più note di Plauto. La regia dell'opera è di Nicasio Anzelmo, direttore artistico del Calatafimi Segesta Festival – Dionisiache 2017, il Festival organizzato dal Comune di Calatafimi Segesta in sinergia con il Parco Archeologico di Segesta.
“I Menecmi, una delle commedie più note di Plauto, quella che ha dato al teatro posteriore il divertentissimo tema degli scambi di persona fra due gemelli, si fonda a sua volta su un tema popolaresco e già sfruttato frequentemente nella commedia attica. Fra tutte le drammaturgie che prendono spunto dal modello plautino una, in particolare, (The Comedy of Errors) ha attirato la mia attenzione e mi ha incuriosito a tal punto da prenderla seriamente in esame fino a studiarne una possibile fusione o, in caso contrario, a far subire alla commedia plautina, una crescita drammaturgica sostanziale senza per questo sminuirne il testo. Pur rispettando l’originale si moltiplicano gli elementi di comicità e di confusione, immergendo la vicenda farsesca in un contesto esotico e fiabesco. Epidamno, una città di maghe e d’incantesimi (come l’antro di Circe che trasforma i compagni d’Ulisse in porci) un luogo d’equivoci e di qui pro quo, scandito da un’atmosfera inquietante come nei sogni.
Una messa in scena che accosta ai due gemelli protagonisti due servi, anch’essi gemelli, non distinguibili fra loro, esattamente come i padroni, (sull’esempio del Sosia dell’Anfitrione). Mi è piaciuto “contaminare” con Shakespeare (The Comedy of Errors) il testo plautino o è forse meglio dire il contrario. Era troppo allettante l’idea di mettere insieme Plauto e il primo Shakespeare in cui ancora i caratteri dei suoi grandi personaggi non hanno raggiunto la grandezza che acquisteranno col passare degli anni e sono ancora privi di vera e propria psicologia. Una fusione perfetta in cui i due autori convivono perfettamente. Aleggia un’intensa atmosfera avventurosa che il più delle volte rasenta la farsa, per la paradossalità delle situazioni”.
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