CASTELVETRANO. «Sotto al tempio R, che sorge a sud del tempio C, sull'Acropoli, e che è dedicato a Demetra, abbiamo trovato materiali pertinenti alla prima fase di vita di Selinunte, che secondo le fonti letterarie è stata fondata tra il 630 e il 590 a.C.». L’ha detto Clemente Marconi, dell’Institute of fine arts della New York University e direttore del progetto, con Rosalia Pumo, durante la conferenza stampa indetta per illustrare le scoperte fatte dallo scorso 8 maggio sino a ieri, giornata di chiusura della campagna di scavi condotta da un team di 20 persone, studenti e specialisti provenienti da tutto il mondo.
«Il tempio R - ha proseguito Marconi - è quello in pietra più antico di Selinunte e risale al 590 a. C. E’ perfettamente conservato nei livelli arcaici e classici alla profondità di un metro, un riempimento fatto in età ellenistica che ha completamente sigillato l’edificio nelle sue fasi originarie. Scendendo sotto questo riempimento abbiamo potuto ricostruire tutta la vita del tempio dal 590 al 400 a. C. Quando è stato costruito, prima di mettere in opera il pavimento, lungo i muri dell’edificio sono state fatte offerte votive: questa è una delle scoperte più importanti».
In questa campagna di scavi - Marconi lavora al parco di Selinunte dal 2006 e tornerà anche l’anno prossimo - sono stati trovati, tra le altre cose, lance, vasi, pesi da telaio, gioielli, lucerne e resti di pasti rituali che erano collocati intorno ai muri dell’edificio. «Questo - ha aggiunto Marconi - è il deposito di fondazione molto noto nel mondo greco e nel Mediterraneo ed è utile per ricostruire il culto della dea e i rituali. Abbiamo trovato anche un flauto, oggetti relativi al mondo sia femminile sia maschile, e armi. Tutti oggetti afferenti ai campi di intervento della dea. Trovati pure resti di animali e soprattutto di maialini, tipico del culto di Demetra; molte coppe a testa in giù come offerta alle divinità».
Tra le scoperte, punte di lancia in ferro, infisse nel terreno intorno alla fondazione della città: «Si utilizzavano - ha concluso Marconi - per definire l’area come luogo di culto della dea del tempio R. Abbiamo riportato alla luce anche il vaso più antico trovato a Selinunte: è protocorinzio, datato tra il 650 e il 640 a. C. e deve essere stato portato dai coloni al momento della fondazione della città. E’ un pò più antico della data di fondazione di Selinunte ed è un vaso cerimoniale che ha un grande valore. L’ipotesi prevalente è che fosse utilizzato per trasportare olio».
Parte dei reperti recuperati sono esposti nel baglio Florio. Ci sono 160 mila reperti che attendono d’essere esposti. Il museo aprirà tra settembre e ottobre.
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