SALEMI. Gran successo a Salemi per i laboratori dedicati alla lavorazione dei pani di San Biagio, a chiusura della festa in onore del compatrono salemitano. Mentre ha tra l'altro chiuso i battenti al Castello Normanno-Svevo, dopo dieci giorni, la mostra “San Biagio in Italia. I luoghi, il culto, le feste”.
Tanti sono stati, negli ultimi due weekend, i curiosi che si sono appassionati alla preparazione dei cosiddetti “cavadduzzi e cuddureddi di San mBrasi”: comitive locali, aggiunti ai turisti in visita ad uno dei borghi più belli d'Italia, hanno avuto l'opportunità di mettersi direttamente all'opera con impasti e pinze sotto la supervisione di occhi sapienti.
Protagoniste sono state quelle mani femminili che operano secondo una tradizione che si tramanda da intere generazioni di nonne, mamme e figlie, proseguendo un uso lungo quasi seicento anni: da quando cioè si celebra il miracolo che, leggenda vuole, liberò Salemi da un'invasione di cavallette grazie all'invocazione di San Biagio. Tutto risale circa al 1540, e da allora ogni 3 febbraio hanno inizio le consuete celebrazioni nello storico quartiere Rabato, dove sorge la chiesa dedicata al santo.
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