Giallo risolto, almeno sulla carta, in attesa che le nuove tappe si concretizzino davvero, a cominciare dalla prima data fissata in calendario: il 4 ottobre, il giorno in cui l’acqua prelevata dal mare dovrebbe entrare finalmente nei circuiti del dissalatore di Trapani. È quanto emerge dalla videoconferenza svolta ieri tra la task force regionale anti-siccità, capitanata da Salvo Cocina, e il commissario nazionale per l’emergenza idrica Nicola Dell’Acqua, chiesta dal governatore Schifani per aver conto e ragione del rallentamento nella tabella di marcia dell’impianto, che secondo il cronoprogramma iniziale, stilato a Roma e a Palermo, avrebbe dovuto entrare in funzione entro lo scorso agosto, dopo le strutture di Porto Empedocle e Gela, già regolarmente avviate. Così, secondo quanto riferito da Dell’Acqua, dopo le analisi elettro-chimiche di rito effettuate sul prodotto filtrato dal sale, il pompaggio della risorsa nelle condutture domestiche trapanesi comincerà il 20 ottobre, con un ritmo iniziale di 25 litri al secondo. Poi, come già accaduto per i moduli gelesi ed empedoclini, dopo ogni settimana verranno aggiunti ulteriori 25 litri fino ad arrivare a quota 100, a novembre inoltrato. Motivo del ritardo, oltre alla maggior complessità dell’opera dovuta alla bonifica dei vecchi moduli, il passaggio del canale di presa a mare nella riserva delle Saline, protetta dal Wwf. Un servizio completo sul Giornale di Sicilia in edicola oggi