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Muratore di Castellammare del Golfo morto 38 anni fa nel Pavese: indagati la moglie e l’amico

Francesco Ancona era stato trovato col cranio fracassato, la sua fine venne archiviata come suicidio. Riaperte le indagini

A distanza di 38 anni si riapre il caso della morte di Francesco Ancona, operaio edile di 48 anni di Castellammare del Golfo, trovato in strada a Mortara, in provincia di Pavia, l’11 febbraio del 1987.
Un caso allora archiviato come suicidio. Ora però ci sono due indagati: la moglie della vittima, Giovanna Navarra, oggi 75 anni, che vive a Castellammare del Golfo, e il presunto sicario, Domenico Scarfò, 70 anni, amico della famiglia Ancona, residente a Vigevano.

La Procura di Pavia, con le indagini coordinate dal sostituto procuratore Alberto Palermo, ha già fatto riesumare la salma di Francesco Ancona, nel cimitero castellammarese, per farla trasferire a Milano all’Istituto di Medicina legale dell’ateneo meneghino.

Mercoledì inizieranno le analisi, eseguite da tre esperti: il medico legale Cristina Cattaneo, il tossicologo forense Domenico Di Candia e l’antropologa fisica e forense Debora Mazzarelli. Gli esiti degli accertamenti dovrebbero tornare sul tavolo del pm fra tre mesi. Entro la fine dell’anno potrebbe esserci una svolta.

Parte offesa nell’inchiesta i tre figli della vittima: Giuseppa, Maria e Antonino. In Sicilia Francesco Ancona faceva il pastore, dopo il trasferimento in Lombardia lavorò come muratore. Fu trovato cadavere sul ciglio della strada per Ceretto, con il cranio fracassato, la mattina dell’11 febbraio 1987.

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