Nuovi guai per Giovanni Luppino, l’autista di Messina Denaro. Il sessantenne di Campobello di Mazara, condannato a 9 anni e 3 mesi per favoreggiamento, è stato raggiunto in carcere da una nuova ordinanza di custodia cautelare.
Luppino e altre 4 persone (di cui 3 destinatarie della custodia cautelare in carcere e 2 della misura dell’obbligo di dimora con prescrizione di presentazione alla polizia giudiziaria) devono rispondere a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, porto abusivo di armi, tentata estorsione e favoreggiamento personale. In particolare Luppino, si sarebbe reso responsabile di un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore nel settore oleario, allo scopo di garantire il sostegno economico all’ex boss di Castelvetrano.
L’indagine, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di trapani e coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, ha fatto luce sul tentativo di acquisire gravi indizi circa la convergenza di illeciti interessi di esponenti di spicco della famiglia mafiosa di Partanna (mandamento di Castelvetrano) e imprenditori operanti nel settore edile e oleario, per il controllo sul territorio e delle locali attività imprenditoriali.
Sono accusati di turbativa della procedura concorsuale indetta dal Tribunale di Sciacca per l’acquisizione di un capannone industriale; condizionamenti nell’aggiudicazione degli appalti pubblici in favore degli stessi indagati e di altri soggetti contigui al sodalizio mafioso; intimidazioni e pressioni su imprenditori per l’assunzione di familiari in imprese olivicole locali; imposizione, atti intimidatori e minacce per la risoluzione di controversie fra privati.
Aggiornamento
L'avvocato Giuseppe Accardo specifica che «la videoriproduzione dell'impianto di produzione di olive da mensa della Olive Accardo del signor Giuseppe Accardo, sito in Partanna nella contrada Corvo, è totalmente estraneo alla vicenda».
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