Poco più di due settimane, con un ritmo di 100 mila metri cubi di acqua al giorno persi, sversati a mare, e poi solo pozzanghere o quasi, nella speranza di poter salvare l’operatività della diga. È la tabella di marcia con cui si è deciso di svuotare il lago Trinità di Castelvetrano su disposizione del ministero delle Infrastrutture, che per i noti problemi del bacino inerenti alla tenuta antisismica - ritenendo insoddisfacenti e tardivi i rilievi comunicati dalla Regione sulle criticità in questione e sui lavori di manutenzione straordinaria necessari - in una missiva partita a metà gennaio ha lanciato un aut aut al governo siciliano: «sanare» l’invaso o fermarne definitivamente l’esercizio, provvedendo, in un caso o nell’altro, ad abbassare la risorsa idrica fino a 50 metri dal livello del mare per ragioni di sicurezza. Un’operazione avviata già da qualche giorno. Intanto il governatore Schifani, fortemente irritato per come è stata trattata la vicenda dal Dipartimento acqua e rifiuti e dall’assessorato all’Energia, domani (29 gennaio 2025) sarà a Roma per incontrare Salvini e scongiurare la fine della struttura.
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