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La bimba salvata al largo di Lampedusa trasferita in una comunità del Trapanese, dubbi sul naufragio

La piccola si chiama Jacinta (e non Yasmine come reso noto finora). Le motovedette non hanno trovato tracce di vestiti, scarpe, o bidoni vuoti nell’area dove sarebbe affondato il barchino

La bimba di 11 anni, che ha raccontato d’essere l’unica superstite di un naufragio avvenuto a Sud di Lampedusa, è stata trasferita, con un volo di linea della Dat, a Palermo, dove è giunta da poco, e ora sarà portata in una comunità per minori nel Trapanese dove trascorrerà il Natale. La piccola si chiama Jacinta (e non Yasmine come reso noto finora) ed è nata il 19 ottobre 2013. Ad accompagnarla durante il volo sono stati operatori della Croce Rossa italiana che l’accompagneranno nel Trapanese. Sarà anche sentita dalla procuratrice dei minori di Palermo, Claudia Caramann e dagli investigatori che vogliono sentire direttamente dall’unica testimone le fasi del viaggio e del naufragio del barchino su cui si trovava. La piccola verrà messa nelle condizioni di ricostruire cosa le sia accaduto e soprattutto la sua situazione familiare.

Non ci sono tracce del naufragio

Non ci sono tracce di vestiti, scarpe, o bidoni vuoti nell’area, a circa 11 miglia dalla costa di Lampedusa, dove sarebbe avvenuto il naufragio del barchino partito da Sfax e colato a picco - stando ai racconti della bimba di 11 anni, unica sopravvissuta - in acque Sar italiane. Le ricerche fatte dalle motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza sono andate avanti per tutta la giornata, ma non sono stati trovati riscontri.

La piccola non era in ipotermia

I racconti fatti dalla bimba sembrano non tornare con i dati oggettivi derivanti dal referto medico stilato dai sanitari del poliambulatorio. Jacinta non è risultata essere in stato di ipotermia e dopo qualche ora ha lasciato il Pte ed è stata trasferita all’hotspot di contrada Imbriacola. «La bambina non era in stato di ipotermia, ma in buone condizioni. Era un pò disidratata. Dopo 4 ore circa ha lasciato l’ospedale», ha spiegato il dirigente medico Francesco D’Arca. Se le sue condizioni fossero state più gravi e fosse stata in stato d’ipotermia, dopo due o tre giorni in mare su due camere d’aria, sarebbe stata trasferita subito con l’elisoccorso in un ospedale di Palermo.

L’acqua del Mediterraneo al momento ha una temperatura che arriva al massimo a 18 gradi. Secondo alcuni medici la bambina non poteva sopravvivere più di 15 ore. Da tenere presente - fa notare un investigatore a Lampedusa - che il mare era in tempesta con onde alte anche più di tre metri. Yasmine era sotto choc e i medici parlano di «confusione temporale“: potrebbe non essersi resa conto del reale tempo trascorso in acqua e il passare delle ore potrebbe esserle sembrato un’eternità. La procura di Agrigento - che per le indagini si sta avvalendo della guardia costiera e della squadra mobile agrigentina, vuole fare chiarezza sul naufragio della barca con 45 persone, tra cui Yasmine, come ha raccontato l’equipaggio della barca a vela dopo aver parlato con la bambina. L’inchiesta dovrà basarsi anche sugli esiti dei monitoraggi fatti dalle motovedette di guardia costiera e guardia di finanza nell’area dove sarebbe avvenuto il naufragio del barchino partito da Sfax. Non sarebbero saltate fuori, fino al calar del sole di ieri, tracce o indizi (scarpe, vestiti, bidoni di gasolio) di tragedie del mare. Le ricerche proseguono.

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