Accuse pesanti come macigni, quelle contenute nella ordinanza di custodia cautelare che hanno portato in carcere due storici big della politica alcamese: l’ex senatore Antonino Papania e l’ex vice sindaco Pasquale Perricone. Sono accusati a vario titolo di numerosi reati ma quelli che i difensori intendono smontare sono l’associazione a delinquere di stampo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, per le quali rischiano lunghe pene detentive. Papania e Perricone hanno risposto ai giudici cercando di giustificare il proprio comportamento. In particolare nell’interrogatorio di garanzia Papania avrebbe specificato di non conoscere nessuno dei personaggi che lo citano e che vengono riportati nell’ordinanza delle misure di cautelari. Papania avrebbe detto di conoscere soltanto Pasquale Perricone fra tutte le persone coinvolte nelle indagini della polizia, ma di non sapere a chi si rivolgesse per ottenere i voti nell’ultima campagna elettorale per le regionali per il candidato alcamese sostenuto dall’ex senatore. Invece secondo l’accusa Nino Pania avrebbe conosciuto gli indagati e sapeva chi fossero. Da qui la contestazione del gip sulla sussistenza di una sua piena consapevolezza che i voti Perricone era andati a cercarli a casa di certi mafiosi, a Trapani e ad Alcamo. Ora si attende il verdetto del Tribunale della libertà di Palermo che tratterà lunedì mattina i ricorsi presentati dai legali di Papania e Perricone detenuti nel carcere palermitano di Pagliarelli. Sono i due indagati eccellenti dell’operazione «Eirene», che era nella mitologia greca la dea della Pace. Il nome «Eirene» è stato utilizzato con riferimento al presunto capomafia alcamese Francesco Coppola intenzionato a mantenere la pace all’interno di cosa nostra alcamese. I ricorsi degli avvocati di Papania e Perricone puntano a far decadere le accuse di mafia e scambio politico elettorale politico mafioso, per le quali sono previste condanne da 10 a 15 anni. E’ stata invece deposita ieri l’istanza al Riesame di Francesco Coppola. L’avvocato Sebastiano Dara, legale di Coppola, chiederà la scarcerazione per le condizioni di salute del suo assistito. Anche Coppola, come tutti gli altri arrestati si trova nel carcere di Pagliarelli. Ai domiciliari il trapanese Giuseppe Pipitone conosciuto come Diego.