L’organizzazione criminale retta dall’alcamese Francesco Coppola così come accertato nel corso delle indagini aveva nella disponibilità anche armi. Tra le intercettazioni contenute nel materiale dell'inchiesta che ha portato all'operazione Irene, c’è un passaggio che riguarda la cessione di armi a Filippo Massimiliano Pirrone (indagato) da parte di Gregorio Ascari (arrestato) e Fabio Ciotti (indagato). Ascari e Ciotti (che in questo caso funge da intermediario) discutono inizialmente di tale cessione nel corso di una telefonata in cui indicano in modo criptico l’arma come «caldaia». La conferma si ha da intercettazioni all’interno dell’autovettura di Ciotti quando questo accompagna Pirrone nel luogo concordato con Ascari (la casa della sorella di quest’ultimo) per prelevare l’arma.
Rientrato nell’autovettura, Ciotti mostra due pistole a Pirrone ed entrambi trattano sul prezzo di una delle due (Pirrone offre 1.500 euro a fronte della richiesta di 1.900 euro di Ciotti e già concordata con Ascari). La vendita si conclude dopo un’ulteriore consultazione tra Ciotti e Ascari, per 1.600 euro. Pirrone: «Allora qua ci sono 1.600 perché io viaggi inutilmente non ne faccio, uno. Io non ho mai fatto viaggi inutilmente».
Poco dopo, Ciotti e Pirrone si recano in un luogo isolato nella campagna di Alcamo per provare le armi con esito non del tutto soddisfacente per l’acquirente, tanto che i due concordano che ne avrebbero tenuto conto in occasione di un successivo acquisto di armi. A riscontro di quanto emerso dalle intercettazioni, il giorno successivo, 13 aprile 2022, gli investigatori recuperano nel luogo in cui era stata effettuata la prova delle armi 3 bossoli calibro 7 .65 per pistola semiautomatica, un bossolo per revolver calibro 38, e una cartuccia percossa ma non esplosa calibro 38.
A questa compravendita ne segue una seconda. Gli investigatori accertano così che Ascari aveva ceduto, con l’intermediazione di Ciotti, a Pirrone, in qualità di acquirente, una pistola calibro 7 ,65, con 3 cartucce e un revolver calibro 38 special con 2 cartucce calibro 7,65, non meglio identificabili. Ma non solo armi da vendere aveva la cosca anche armi da usare all’occorrenza per fare «scantare» per fare paura.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia