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«Quella pistola io l’ho comprata»: parla il carabiniere della Dia di Trapani al quale la matricola è stata clonata

È stata trovata nel covo di Mazara di Messina Denaro. Interrogato dagli investigatori, il militare ha raccontato di averla acquistato dalla vedova di un medico che, in punto di morte, aveva espresso alla moglie la volontà di cedere l’arma ad appartenenti alle forze dell’ordine o comunque a persone selezionate

Proseguono le indagini sulla pistola trovata a casa di uno dei prestanomi di Matteo Messina Denaro, Giuseppe Di Giorgi, fermato nei giorni scorsi da polizia e carabinieri. L’arma, una Walther semiautomatica con un proiettile in canna, appartenuta al capomafia e custodita da Di Giorgi nella cabina armadio della sua abitazione a Mazara del Vallo, ha la stessa matricola della pistola di un carabiniere in servizio alla Dia di Trapani. Si suppone che la matricola sia stata clonata.

Interrogato dagli investigatori dopo la scoperta della pistola, il militare, che in passato ha lavorato anche a Marsala, ha raccontato di avere acquistato l’arma dalla vedova di un medico che, in punto di morte, aveva espresso alla moglie la volontà di cedere l’arma ad appartenenti alle forze dell’ordine o comunque a persone selezionate. Il carabiniere ha anche sostenuto di non avere mai prestato la pistola a nessuno e di non averne mai denunciato lo smarrimento. Tutte circostanze che gli investigatori stanno tentando di verificare. Mentre falsa è stata ritenuta la versione di Di Giorgi che ha raccontato di avere trovato la pistola in un borsello abbandonato per strada.

Intanto, il gip di Palermo ha convalidato il fermo di Di Giorgi, indagato assieme alla moglie e al cognato. Nei box attigui delle due famiglie è stato scoperto un appartamento che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato a disposizione di Messina Denaro. Il Ros dell’Arma e la Scientifica sono da giorni al lavoro per cercare tracce dell’eventuale presenza del boss.

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