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Ennesimo guasto all'impianto Bresciana: la distribuzione dell'acqua a Trapani diventa un incubo

A saltare stavolta è stata la linea elettrica che ha mandato in tilt le pompe di sollevamento. Rubinetti asciutti

Un’estate da incubo per Trapani: rubinetti a secco per l’ennesimo guasto, questa volta elettrico, cittadini infuriati e un sindaco, Giacomo Tranchida, che non le manda a dire. La zona di Trapani Nuova è al quarto giorno senza acqua, e lo sarà fino a domani. Forse. Il blocco dell’approvvigionamento idrico è dovuto ad un guasto elettrico: a saltare lunedì sera è stata la linea a Baglio d’Inferno, che ha provocato l’entrata in blocco delle pompe di sollevamento dei pozzi di Bresciana le quali, pertanto, non sono ripartite. Questo non ha consentito il riempimento dei serbatoi a San Giovannello, lasciando buona parte della città senza una goccia d’acqua. A nulla è valso l’intervento tempestivo sul posto di tecnici comunali e imprese specializzate per risolvere il problema in poche ore, pur di garantire il ritorno dell’erogazione idrica.

Questo problema è solo l’ultimo che vivono cittadini e turisti in questa torrida estate, con animi tanto infiammati che in molti si sono recati in massa a Palazzo Cavarretta per assistere dallo spazio riservato all’ultimo Consiglio comunale. Tra loro molti del centro storico a cui l’acqua non arrivava da oltre 10 giorni, e alcuni proprietari di strutture ricettive che in meno di 2 mesi hanno speso oltre 1000 euro in rifornimenti con autobotti. Ma erano presenti pure i turisti che hanno raccontato di essersi dovuti lavare con le bottiglie d’acqua. Una seduta incentrata sull’emergenza idrica e che si è trasformata in un acceso scontro tra il sindaco Giacomo Tranchida e i cittadini. Ad animare gli animi, il gesto simbolico del consigliere comunale Giuseppe Guaiana, di Amo Trapani, che ha portato in aula un bidone vuoto, a rappresentare plasticamente la frustrazione e la rabbia dei cittadini, costretti a convivere con una crisi idrica che sembra non avere fine. Il consigliere Maurizio Miceli, di Fratelli d’Italia, ha poi suggerito di eliminare la tassa di soggiorno come ristoro per le spese che devono sostenere gli operatori del settore turistico per l’approvvigionamento idrico in sostituzione di quello comunale.

La tensione poi è salita alle stelle quando un cittadino, dopo aver gridato “vergogna“, si è visto circondato da quattro agenti della Polizia Municipale. «Mi sono sentito come Matteo Messina Denaro», ha commentato amaramente. Il vicepresidente del consiglio Andrea Genco, ha sospeso i lavori e il sindaco ha raggiunto i contestatori, confrontandosi con loro. Il sindaco, senza nascondere le difficoltà, ha illustrato la situazione attuale e le prospettive future, sottolineando l’impegno dell’amministrazione nel trovare soluzioni.

«La fornitura di acqua da parte di Siciliacque, è stata drasticamente ridotta rispetto agli anni precedenti: da 90 litri al secondo a massimo 15 – spiega Tranchida -. Il Comune è costretto ad attingere al massimo dalle falde locali, con il rischio concreto di esaurirle: su 13 pozzi, ne abbiamo in funzione 9. La distribuzione a giorni alterni, che potrebbe presto diventare a turni di due giorni senza acqua, è solo una delle misure adottate per far fronte all’emergenza. Abbiamo chiesto alla Prefettura di poter considerare l’ipotesi di staccare l’approvvigionamento diretto a enti come i vigili del fuoco, e l’aeroporto. Così come l’Asp entro una settimana ci dirà se l’acqua di alcuni pozzi privati sia potabile per uso civile, allo scopo di utilizzare quella per sopperire alla mancanza».
Il sindaco ha sottolineato di aver sollecitato interventi urgenti alla Regione, come l’invio di navi cisterna e l’attivazione di dissalatori. Nel frattempo, si sta lavorando per aumentare la capacità dei pozzi esistenti e attivarne di nuovi, ma l’incertezza sulla tenuta delle falde incombe come una spada di Damocle.

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