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Corruzione, la Cassazione rigetta il ricorso contro l'annullamento della custodia cautelare di Safina

Il deputato regionale: «Non ho mai perso fiducia nella giustizia e nel sistema giudiziario»

Rigettato dalla Corte di Cassazione il ricorso presentato dalla Procura di Trapani contro la decisione del Tribunale del riesame di Palermo che aveva annullato la restrizione cautelare nei confronti del deputato regionale del Pd Dario Safina.

Safina era finito ai domiciliari lo scorso 24 gennaio e poi all’obbligo di dimora nei Comuni di Trapani ed Erice, con le accuse di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di notizie d’ufficio. Già dopo l'interrogatorio di garanzia il Gip, giudice Samuele Corso, aveva sostituito gli arresti domiciliari con l' obbligo di dimora. Anche quest' ultimo provvedimento, però, è stato annullato dai giudici del riesame accogliendo la richeista dei legali di Safina. Il ricorso, presentato dalla Procura di Trapani, secondo la Corte di Cassazione, è inammissibile.

«La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, perché ritenuto inammissibile, presentato dalla Procura di Trapani contro la decisione del Tribunale del riesame di Palermo che aveva annullato nel merito ogni restrizione cautelare nei miei confronti» sottolinea il deputato regionale del Pd Dario Safina in riferimento alla vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto all’inizio dell’anno in corso. Già la Procura generale aveva chiesto la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, condividendo nel merito le motivazioni dell’ordinanza del Riesame.

«I fatti risalgono allo scorso 24 gennaio, quando sono finito ai domiciliari con le accuse di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreti d’ufficio per vicende che riguardavano il mio operato da assessore ai Lavori pubblici a Trapani negli anni tra il 2020 e il 2021», ricorda Safina. «Dopo l’interrogatorio di garanzia, martedì 30 gennaio il Gip del Tribunale di Trapani ha disposto la revoca dei domiciliari e l’obbligo di dimora nei Comuni di Trapani ed Erice - aggiunge il deputato – Il Tribunale del riesame di Palermo lunedì 5 febbraio, ha accolto la richiesta di annullamento di tutte le richieste di misure cautelari. Secondo i magistrati palermitani non sono mai esistiti, nel merito e secondo l’articolo 273, indizi di colpevolezza».

«Alla luce delle ultime determinazioni, confidiamo che la vicenda possa agevolmente volgere verso l’archiviazione. Non ho mai perso fiducia nella giustizia e nel sistema giudiziario», conclude.

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