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Trapani, bimbo di 5 anni morto per una peritonite: i genitori chiedono giustizia

Il piccolo era stato visitato tre giorni prima dal pediatra che è stato rinviato a giudizio. L'udienza preliminare si terrà il 17 luglio

Chiedono giustizia i genitori di Giorgio, un bambino di soli cinque anni deceduto in seguito a una peritonite acuta tre giorni dopo la visita dal pediatra. La famiglia, residente a Trapani, vuole che si faccia luce sulle cause che hanno portato il piccolo alla morte. Per questo si sono affidati all'avvocato Massimiliano Fabio (nella foto) del Foro di Patti: l’udienza preliminare si terrà il 17 luglio. La vicenda risale al giugno dello scorso anno, quando la madre ha riferito al pediatra di fiducia i sintomi accusati dal figlio.

Il medico aveva consigliato la somministrazione di un integratore in gocce poi avrebbe sottoposto il bambino a una fugace visita ambulatoriale che, nonostante le condizioni di astenia, scarsa vigilanza e stato soporoso del piccolo, si è conclusa con la diagnosi di una comune gastroenterite. Ha somministrato una terapia medica, ripetendo ai familiari che la situazione era nella normalità. Le condizioni del bambino, invece, sono precipitate: a circa 24 ore dalla visita, Giorgio si è aggravato e i genitori lo hanno immediatamente affidato alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Trapani dove il bambino è stato operato d’urgenza con diagnosi di «Appendicite acuta con peritonite».

Trasferito in rianimazione all’Ospedale dei Bambini di Palermo, con diagnosi post-operatoria di «occlusione intestinale da appendicite acuta perforata gangrenosa con ascesso pericecale e peritonite diffusa e stato settico», il piccolo è morto il 29 giugno, tre giorni dopo la visita ambulatoriale. I genitori hanno scelto di donare gli organi, ma proprio per la gravità delle infezioni, l'espianto non è stato fatto. L’avvocato Massimiliano Fabio ha presentato un esposto per chiedere l’accertamento delle responsabilità. Il responso della perizia ha escluso le responsabilità degli ospedali di Trapani e di Palermo, mentre le accuse per il pediatra sono di omicidio colposo o lesioni personali in ambito sanitario «per aver omesso cautela, scrupolo, attenzione e diligenza nelle cure prestate al minore, dopo che i genitori richiedevano allarmati il suo intervento, mostrando un atteggiamento di insofferenza nei confronti dei timori manifestati dagli stessi, non interpretando correttamente la sintomatologia e senza sottoporre il piccolo ad ulteriori ed approfonditi accertamenti», si legge nella nota diffusa dal legale.

Le ipotesi sono espresse nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm e su cui si esprimerà il gup il 17 luglio. «La scrupolosa attività di indagine - dice l'avvocato Fabio - ed una ben fatta e compiuta consulenza tecnica composta da un collegio di esperti ha ritenuto l’esistenza di gravissimi profili di responsabilità in capo al sanitario. Ciò non ristora minimamente la famiglia da un vuoto disumano ed oltre il limite del sopportabile, ma è sicuramente un segno di giustizia positivo nella speranza di evitare che altri bambini possano trovarsi in situazioni analoghe. È assurdo che nel 2024, con gli strumenti di prevenzione ed accertamento di una malattia comune che viene accompagnata da una sintomatologia chiara, possa ancora oggi morire di appendicite un bambino di 5 anni».

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