«La mattina del 16 gennaio 2023, dopo aver appreso da organi d’informazione e social dell’arresto di Matteo Messina Denaro, ho visto il dottor Alfonso Tumbarello uscire dal suo studio medico e nel corso di una breve conversazione mi ha detto: “Non fidarti mai di nessuno, nemmeno degli amici, io l’ho fatto e mi trovo in questa situazione”».
L’ha detto in tribunale, a Marsala, il sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione, rispondendo alle domande del pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Gianluca De Leo, nel processo al settantunenne ex medico di base Alfonso Tumbarello, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati a nome di «Bonafede Andrea», classe ’63, per consentire al capomafia Matteo Messina Denaro di potersi curare.
Il sindaco ha, poi, detto di sapere che il medico, in pensione, dal 9 dicembre 2022, fa parte della massoneria e che anche lui, tra il 1990 e il ’91, stava per entrare in una loggia, ma poi non se ne fece più nulla.
«Il dottor Tumbarello - ha aggiunto Castiglione - lo conosco da molto tempo, ma non ho mai visto né lui, né i suoi familiari, partecipare attivamente alle mie campagne elettorali. I miei messaggi sugli appuntamenti elettorali li inviavo massivamente, quindi a tutti i miei contatti telefonici. E tra questi c’erano anche il dottor Tumbarello e i suoi figli. Ma anche Andrea Bonafede classe ’63 e la sua compagna».
Il sindaco ha, quindi, aggiunto di conoscere anche Andrea Bonafede, classe ’69, il quale andava nello studio medico a prendere i certificati per conto del cugino omonimo che aveva prestato la sua identità a Messina Denaro: «È un operaio tuttofare per tamponare le emergenze», ha detto il sindaco.
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