Gaetano Riina, 90 anni, fratelo del capo dei capi, Totò Riina, è morto giovedì a Mazara del Vallo. Ieri sera è stato seppellito nel cimitero della città dove ha vissuto gran parte della sua vita. Il questore di Trapani Salvatore La Rosa ha vietato i funerali pubblici, stabilendo persino il percorso che il carro funebre ha dovuto seguire per raggiungere il cimitero cittadino dove si è svolta una veloce tumulazione alle 20. Presenti solo i parenti più stretti.
Era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. Gaetano Riina nell'aprile del 2021, a causa della sua età e della malattia dopo essere stato affetto da Covid-19, venne scarcerato e posto ai domiciliari. Detenuto dal 2011, avrebbe dovuto finire di scontare la sua pena nel maggio del 2024. Il 90enne era detenuto nel carcere di Torino de La Vallette. A disporre la detenzione domiciliare il tribunale di sorveglianza di Torino su istanza dei suoi legali, Vincenzo Coluccio, e della collega del foro di Roma Maria Teresa Brucale, dell'associazione Nessuno tocchi Caino.
Gaetano Riina non ha mai avuto lo spessore criminale del fratello Totò, ma lo aveva sostituito alla guida della famiglia mafiosa di Corleone. Per gli inquirenti era divenuto un punto di riferimento per i mafiosi di Mazara del Vallo, città viveva godendo della stima e della fiducia dell’anziano boss Mariano Agate (deceduto alcuni anni fa).
Nel gennaio del 1985 il giudice Alberto Giacomelli, presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, dispose la confisca della sua villa e dei terreni di Mazara del Vallo. Per questo motivo il magistrato, venne barbaramente ucciso in un agguato nella zona di Locogrande il 14 settembre 1988, dopo essere andato in pensione. Il primo luglio del 2011, Gaetano Riina finì in manette dopo quasi due anni di intercettazioni da parte dei carabinieri della Compagnia di Corleone. U «Zù Tano» aveva finito di scontare una condanna a otto anni per mafia, ed era in carcere per un'altra condanna, emessa dal tribunale di Napoli, che lo aveva giudicato colpevole di aver monopolizzato la distribuzione di prodotti ortofrutticoli nel Sud Italia grazie a un'alleanza con alcuni esponenti del clan dei Casalesi.
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