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«Pesce e altri favori per archiviare le multe», torna libero il militare della guardia costiera di Trapani accusato di corruzione

Il Tribunale della Libertà di Palermo ha annullato la misura degli arresti domiciliari per Francesco Ruggirello

Il Tribunale della Libertà di Palermo ha annullato la misura degli arresti domiciliari per Francesco Ruggirello, il militare della guardia costiera di Trapani, accusato di corruzione. La misura cautelare era stata disposta dal gip di Trapani.

Ruggirello, assistito dall'avvocato Nino Sugamele, torna libero, ma resta indagato. Secondo il suo legale non c’erano «gravi indizi di colpevolezza e ancora meno le esigenze cautelari che possano giustificare la privazione della libertà del mio assistito». I giudici palermitani gli hanno dato ragione.

Cassette di pesce e altri favori per archiviare le multe elevate dalla guardia costiera ai commercianti di prodotti ittici, nel corso di controlli, l’ipotesi di reato formulata dalla procura del capoluogo. Nell’inchiesta sono rimaste coinvolte anche altre persone che operano nel settore della commercializzazione di pesce. L'obbligo di dimora era stata disposta per Giuseppe Blunda di 55 anni, originario di Alcamo ma residente a Castellammare del Golfo.

Dalle indagini emerse che per fare annullare una sanzione per illeciti amministrativi, elevata alla ditta Miomercato Srl di Calatafimi-Segesta, di cui Blunda è rappresentante legale, avrebbe pagato i lavori eseguiti nell’abitazione di Ruggirello.

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