A una settimana circa dall'incendio che ha danneggiato gravemente parte del Cpr il Centro per il rimpatrio di contrada Milo, a Trapani, la polizia ha fermato tre migranti. La svolta è arrivata dopo una serie di accertamenti eseguiti subito dopo la rivolta seguita poi dall'incendio.
Due tunisini e un marocchino, con precedenti per reati contro il patrimonio e in materia di droga, coinvolti nei disordini, sono finiti in carcere. I tre, a differenza degli altri connazionali, hanno agito a volto scoperto. La polizia, è riuscita ad individuarli grazie alle telecamere collocate nella struttura di contrada Milo.
I fatti risalgono allo scorso 22 gennaio quando due incendi vennero appiccati nella struttura. Fu un gruppo di ospiti che, dopo avere accatastato coperte e cumuli di carta e plastica, furono utilizzati nelle stanze per dare alle fiamme i materassi. Il fumo invase il centro, rendendo l'aria irrespirabile.
Particolare inquietante: alcuni rivoltosi, dopo aver appiccato l'incendio, avevano chiuso le porte delle stanze per arrecare maggiori danni. Il fumo in pochi minuti invase diversi settori. Quando sembrava, dopo l'intervento dei vigili del fuoco, che la situazione fosse ritornata alla normalità, altri incendi furono appiccati sempre con le stesse modalità in altri padiglioni, rendendo gran parte dell'edificio inagibile.
Nella scheda di intervento dei vigili del fuoco si legge: «... quasi tutti i moduli abitativi in cui c’era stato l’incendio risultavano danneggiati seriamente, non solo per il fuoco ma per l’intenso fumo nero sprigionato dallo stesso, con diversi distacchi di intonaco e calcinacci dal soffitto e delle pareti rendendoli non più idonei alla vivibilità…». A condurre le indagini gli agenti della Squadra mobile. Molti responsabili della rivolta avevano il viso coperto.
Due dei tre fermati avevano introdotto nei locali buste contenenti plastica e carta, mentre il terzo, una coperta in fiamme. Al momento del fermo tutti indossavano gli stessi indumenti e accessori ripresi dalle telecamere il giorno della rivolta. L’impianto indiziario del fermo operato dalla Squadra mobile è stato condiviso dalla Procura di Trapani, che ne ha chiesto la convalida contestando i reati di incendio e devastazione.
Nell’ordinanza di convalida del gip si legge: «La consistenza e diffusività di tali danneggiamenti rende evidente che ci si trova al cospetto di un’azione di indiscriminata distruzione della struttura del Cpr, finalizzata a rendere inagibili gli alloggi destinati ai cittadini extracomunitari. L’obiettivo veniva effettivamente conseguito, alla luce del provvedimento di interdizione all’accesso in tutti i settori colpiti dall’incendio».
Dopo la convalida dei tre fermi il dip ha disposto nei confronti degli stranieri la misura cautelare della custodia in carcere. I fermati sono detenuti presso la Casa Circondariale Pietro Cerulli di Trapani.
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