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Dopo Sciacca tocca a Marsala: la legge sulla sanatoria edilizia spedita alla Consulta

Lo ha deciso il Cga sul ricorso per una casa realizzata nel 1978. Nel mirino le norme risalenti a oltre trenta anni fa

Dopo il caso di Sciacca ora tocca a Marsala. E così passano alla Corte Costituzionale gli atti di un processo per un abusivismo che sarebbe stato realizzato a Marsala. Il Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione siciliana (presidente Ermanno De Francisco, consiglieri Sara Raffaella Molinaro, Giuseppe Chinè, Giovanni Ardizzone e Antonino Caleca), che ha disposto la trasmissione degli atti al massimo organo di controllo della Repubblica, infatti, ha rilevato una «questione di legittimità costituzionale» e, pertanto, ha emesso una «sentenza non definitiva» sul caso, riservandosi la decisione finale all’esito del ricorso alla Corte costituzionale.

Una vicenda che si trascina da anni e che ruota attorno alla sussistenza dei presupposti di condonabilità di un immobile sito in contrada Rina per il quale era stata presentata una istanza di concessione edilizia in sanatoria il 9 giugno 1986 in relazione alla normativa nazionale e regionale varata l’anno prima. La richiesta di condono è stata, però, respinta dal Comune di Marsala, tal che i proprietari, tramite l’avvocato Salvatore Giacalone, si sono rivolti al Tar di Palermo. Dopo che i giudici amministrativi di primo grado hanno respinto il ricorso (nel frattempo, il Comune di Marsala aveva emesso un’ordinanza di demolizione), i proprietari dell’immobile, sempre assistiti dall’avvocato Salvatore Giacalone, si sono rivolti, in appello, al Cga.

Nel lungo contenzioso non si è potuto stabilire se il fabbricato, costruito entro i 150 metri dal mare, fosse stato realizzato in epoca precedente al 1976 o completato tra il 1977 ed il 1983.

Un servizio completo di Giacomo Di Girolamo sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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