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Trapani, lo scambio di favori tra luci e luminarie: Safina dal gip

Per gli investigatori tra il deputato del Pd Safina finito ai domiciliari e il manager Christian Valerio era consolidato un rapporto di reciproco interesse

Il deputato regionale del Pd, Dario Safina

È previsto per oggi davanti al Gip del Tribunale di Trapani, l’interrogatorio di garanzia del deputato regionale Dario Safina, ai domiciliari dopo essere rimasto coinvolto in una inchiesta coordinata dalla Procura e condotta dai carabinieri del comando provinciale. Le accuse: corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di notizie di ufficio. Al centro dell’indagine concorsi truccati all’interno della Trapani servizi (la società mista che si occupa della gestione dei rifiuti) e l’affidamento di servizi di pubblica illuminazione a Trapani alla società City Green Light. L’indagine fa riferimento al periodo in cui Safina era assessore ai lavori pubblici nella Giunta dell’attuale sindaco Giacomo Tranchida. Safina si è autosospeso dal PD e da parlamentare regionale. I legali di Safina gli avvocati Salvatore Longo e Giuseppe Rando rimangono fiduciosi che la vicenda si possa chiarire al più presto.

Nelle 243 pagine dell’ordinanza firmata dal Gip Samuele Corso ci sono oltre due anni di intenso lavoro dei carabinieri. In mano agli investigatori la mole di documentazione che erano andati a prelevare a sorpresa negli uffici del Comune e della Trapani servizi a ottobre 2022. Fascicoli dentro i quali hanno trovato ogni carte con diciture manoscritte dove ricorre il nome City Green Light. Gli inquirenti hanno accertato come Safina, avrebbe utilizzato la società privata in maniera «spregiudicata». Un «anomalo rapporto di connivenza» quello tra i due in cui ognuno si diceva sempre «a disposizione» dell’altro. Così viene descritto nelle carte dell’inchiesta dei carabinieri del nucleo investigativo, il legame che ci sarebbe stato tra Dario Safina e Christian Valerio. Il primo, avvocato all’epoca assessore ai lavori pubblici del comune, finito ai domiciliari, il secondo, interdetto dall’esercizio dell’attività imprenditoriale, rappresentante per la Sicilia della City Green Light, società privata specializzata in impianti elettrici con sede a Vicenza. Tutti parlavano liberamente ma non sapevano di essere ascoltati dagli investigatori da mesi. E così i carabinieri apprendono in presa diretta «il reciproco scambio di favori tra i due» Safina e Valerio dove quest’ultimo non mancava di aggiungere: «A condizione che esce il bando entro il 30 marzo come mi hai promesso» quello per il conseguimento dell’appalto per l’illuminazione pubblica della città della durata di 15 anni. C’è una lettera datata 30 ottobre 2020, indirizzata al Comune, all’attenzione dell’assessore D’Alì e per conoscenza all’assessore Safina – proposta: noleggio luminarie natalizie 2020. Il documento riportava – si legge nell’ordinanza - «a seguito di richiesta pervenuta per le vie brevi alla citata società (City Green Light) un elenco di addobbi/luminarie natalizie da posizionare in diversi punti della città».

In particolare: 1 albero trifacciale costo 15 mila euro; Icelite (addobbo costituito da modulo icelite da posare in modo trasversale alla carreggiata): Via Fardella -per 1300 metri costo 31.800 euro; Via Piersanti Mattarella 900 mt -12 mia euro; Piazzetta Cuba 20 mt -2.400 euro; Via Torrearsa 290 mt – 7.200 euro. «Nel fascicolo dove veniva trovata la lettera in disamina – scrive il Gip – non vi erano presenti altri documenti che lasciassero intendere eventuali interlocuzioni con gli organi comunali competenti». Sulle luminarie c’è una conversazione intercettata tra Safina e l’allora social media manager del comune, Lele Barbara (oggi assessore della giunta Tranchida) «soggetto – scrive il gip – intraneo allo staff del sindaco», che chiedeva all’assessore delucidazioni in merito al presunto «cofinanziamento di luminarie» riferito «alla dazione di luminarie natalizie da parte di City Green Light, al comune di Trapani che sarebbe stato inserito all’interno dell’aggiudicazione dei lavori per l’illuminazione pubblica ottenendo da Safina elusive risposte». Safina riferiva all’interlocutore che il servizio era stato sicuramente previsto come «servizio accessorio» senza ricordare a quale opera fosse connesso.

 

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