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Trapani, la campagna elettorale di Safina e le strane richieste

Nelle intercettazioni anche le insistenze di chi voleva soldi dal politico

C’è un passaggio nell’ordinanza che mette in evidenza un altro aspetto dell’indagine dei carabinieri e del deputato regionale Dario Safina. «Sotto il profilo soggettivo poi assume rilevanza probatoria – si legge - quanto riportato nella nota... nella parte in cui dimostra, come le azioni del Safina, lungi dal perseguire interessi pubblici, fossero indirizzate sostanzialmente al proprio interesse personale consistito nell’accaparramento dei voti».

Nel corso delle intercettazioni infatti gli investigatori del comando provinciale di Trapani vengono a conoscenza di altre situazioni. In particolare in una conversazione del 18 ottobre 2022, i militari dell’arma intercettano Dario Safina che parla con un parente. Safina viene informato di A.V., al quale avrebbero dovuto corrispondere la somma di 250 euro per non meglio specificati motivi. Parente: «Eh ci dobbiamo dare i soldi, 250 euro va bene poi glieli diamo, non è urgente». Proseguendo la conversazione ancora il parente di Safina aggiungeva di dover risolvere una faccenda con tale Pasquale. «Va bene poi facciamo sta c... di cosa con Pasquale, che non ne posso più».

Parlare di questa cosa, nei due interlocutori suscita una reazione infastidita. Parente: «Una zecca è, e così si fa schifiare» e poi aggiungeva «e quello giustamente dice ma vedi io… sono quelli che tormentano me è capace che è pure vero la sono una massa di lazzaroni» - facendo riferimento ad un gruppo di persone che starebbero attendendo denaro.
Il 3 novembre ancora una telefonata tra Safina e il parente nella quale quest’ultimo ribadiva a Safina la necessità di mettersi in contatto con Pasquale. Safina rispondeva di non essere riuscito a contattarlo ma il parente di rimando gli dice: «Gli agenti che una volta entrati in municipio si sono diretti nell’ufficio anagrafe per sequestrare alcuni faldoni. «Vedi che è la sotto Pasquale (sotto casa di Safina ndr) chiamalo e vedete cosa dovete fare che mi sono rotto la ...di tutti e due».

Safina a quel punto continua a lamentarsi per il comportamento di Pasquale, suscitando ancora di più le ire del parente, il quale dice a Safina di troncare i rapporti con questi in quanto non più necessario, essendo la campagna elettorale ormai conclusa: «Ma tu hai ragione, perché io non ci voglio avere più a che fare con Pasquale, gli diciamo sta cosa e non ne facciamo più, glielo dico a me non mi servi più, perché non mi devo candidare più, non mi servi più a una ... quindi fammi sta cortesia».

Infine, il parente invitava Safina ad incontrare l’uomo e a concludere la situazione ancora pendente con quest’ultimo. Scrive a questo punto il Gip nell’ordinanza: «È ragionevole dunque ipotizzare che i soldi dovuti dal Safina a Pasquale, fossero ricollegabili alla campagna elettorale sostenuta dal politico, terminata con l’effettiva elezione del Safina, all’Assemblea Regionale Siciliana».

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