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Safina interrogato dai giudici a Trapani, resta ai domiciliari: rinviata la decisione del gip

Il parlamentare regionale del Pd coinvolto in un'inchiesta con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta

Dario Safina

Si è concluso attorno alle 19.30 l'interrogatorio di garanzia davanti al Gip del tribunale di Trapani, giudice Samuele Corso del parlamentare regionale trapanese del Partito democratico Dario Safina, ai domiciliari da mercoledì (24 gennaio) con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta.

Più di cinque ore davanti al Gip, in serata Safina ha lasciato il palazzo di giustizia per fare rientro nella sua abitazione dove è agli arresti domiciliari. L'interrogatorio di garanzia era iniziato alle 14.15. Il deputato regionale, assistito dagli avvocati Giuseppe Rando e Salvatore Longo, ha risposto a tutte le domande, fornendo chiarimenti sui fatti che gli vengono contestati. Ha anche depositato una memoria difensiva a sua firma. Presente il pm Francesca Urbani. I legali hanno avanzato richiesta di revoca degli arresti domiciliari. Il giudice deciderà nei prossimi giorni.

Il deputato dell'Ars ha risposto a ogni domanda e si è dilungato citando episodi e fatti, circostanziandoli per dare maggiore forza alle sue parole. Insomma ai giudici ha raccontato la sua verità.

Il parlamentare regionale avrebbe fatto avere a Christian Valerio, anche lui indagato, manager della Green City Light, informazioni che avrebbero fatto vincere alla sua società gare pubbliche bandite dal Comune di Trapani. In cambio avrebbe avuto 50mila euro per iniziative comunali, 10mila euro per le luminarie cittadine, quattro telecamere da installare accanto a due fontane cittadine
 per la videosorveglianza, due dispositivi di illuminazione di un'opera d'arte.

"Regali" che, secondo i pm, sarebbero stati sollecitati da Safina, ora deputato regionale Pd, per «conseguire il personale vantaggio di accrescere la propria visibilità e quindi il personale consenso presso il corpo elettorale». Al deputato si contesta anche di aver promesso l'affidamento alla impresa, al di fuori di ogni procedura concorsuale, dei lavori di rifacimento dell'illuminazione di due impianti sportivi.

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