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Santa Ninfa, legittimo il licenziamento di un messo comunale: si era appropriato di titoli cambiari per 64 mila euro

L'ex dipendente aveva presentato ricorso, il giudice del tribunale di Sciacca ha confermato la legittimità del provvedimento

Il giudice del tribunale di Sciacca ha confermato la legittimità del licenziamento di un dipendente del Comune di Santa Ninfa messo notificatore, condannato in via definitiva per peculato, per essersi appropriato di titoli cambiari per circa 64 mila euro.

Nel 2015 la procura di Sciacca, ritenuta la sottrazione di alcuni titoli cambiari da parte da parte del dipendente, notificava al Comune di Santa Ninfa il decreto di fissazione di udienza preliminare emesso dal gup, in cui veniva contestato al messo notificatore il reato di peculato, per essersi impossessato impropriamente della somma di 64.520 spettante all’istituto bancario. Alla fine del processo nel 2021, il Comune di Santa Ninfa, ha disposto il licenziamento senza preavviso.

Licenziamento che è stato impugnato dal messo comunale per la violazione del principio di immediatezza della contestazione disciplinare.

Il Comune si costituiva in giudizio assistito dall’avvocato Girolamo Rubino. Secondo il legale il Comune ha pienamente rispettato il principio di immediatezza della contestazione, avendo l’ente avuto piena ed esaustiva conoscenza delle illegittime condotte poste in essere dal proprio dipendente solo a seguito della notificazione del decreto di fissazione di udienza preliminare emesso dal gup di Sciacca.

«In modo corretto l’ufficio per i procedimenti disciplinari - dice l’avvocato - aveva esercitato il potere discrezionale di sospendere il procedimento disciplinare, avendo questo ad oggetto l’accertamento di fatti di rilevanza penale di particolare complessità e sottoposti al vaglio dell’autorità giudiziaria, con la conseguenza che la sospensione del procedimento di cui si era avvalsa l’amministrazione comunale non poteva che considerarsi conforme alla norma». Il giudice del lavoro ha respinto il ricorso confermando la legittimità dell’azione del Comune.

Nella foto il tribunale di Sciacca

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