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Bancarotta dell'Enopolio di Pantelleria, la Corte di Appello proscioglie i membri del cda

Nel 2010 l’ente era stato sottoposto a liquidazione coatta amministrativa con decreto dell’assessorato regionale delle Attività produttive

La quarta sezione della Corte di Appello di Palermo, presieduta da Vittorio Anania, ha prosciolto S. B. e A. D., membri del consiglio di amministrazione dell’Enopolio di Pantelleria all’epoca dei fatti (2010), dalle accuse di bancarotta fraudolenta documentale.

Nel 2010 l’Enopolio di Pantelleria era stato sottoposto a liquidazione coatta amministrativa con decreto dell’assessorato regionale delle Attività produttive, a seguito dell’insediamento del commissario liquidatore, tuttavia, erano state segnalate all’autorità giudiziaria alcune incongruenze nella gestione dell’ente che aveva visto alternarsi negli anni diverse persone con poteri gestori, e il tribunale di Marsala ne aveva decretato lo stato di insolvenza.

Contemporaneamente erano state svolte indagini dalla guardia di finanza di Castelvetrano, alla fine delle quali la procura di Marsala aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio dei membri del cda con l'accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale.

Il processo di primo grado si è svolto davanti al tribunale collegiale di Marsala, che aveva anche incaricato dei periti per chiarire i diversi aspetti contabili nella ricostruzione dei fatti di gestione dell’Enopolio.

Nel 2021 il tribunale di Marsala aveva assolto gli imputati dall’accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale, condannandoli a 3 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta documentale, oltre al risarcimento del danno in favore della parte civile.

Gli imputati avevamo impugnavano la sentenza innanzi alla Corte di Appello di Palermo, che ieri ha definitivamente prosciolto gli imputati, difesi dall'avvocato Giuseppe Brancato (nella foto), con revoca delle statuizioni civili disposte nella sentenza di primo grado.

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