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I viaggi della postina del boss: ora Martina Gentile rischia di perdere la figlioletta

La procura per i minorenni ha chiesto la decadenza della responsabilità genitoriale per lei e per il marito

Ai giornalisti che l’avrebbero voluta intervistare, Martina Gentile, di Campobello di Mazara, diceva di essere con la bambina e chiedeva di essere lasciata in pace. Tranne poi scoprire che proprio la bambina serviva a coprire la consegna dei famosi pizzini da e per il boss di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. A ricordarle poi che la madre Laura Bonafede aveva una corrispondenza con l’allora latitante, rispondeva che a lei non risultava, come anche il fatto che i due si erano pure incontrati in un supermercato, nonostante fossero stati immortalati dalle telecamere di videosorveglianza.

Martina Gentile da martedì si trova ai domiciliari, è accusata di favoreggiamento aggravato perché avrebbe veicolato i messaggi indirizzati al boss deceduto recentemente per un tumore. L’insegnante di 31 anni rischia pure di perdere la figlioletta. La procura per i minorenni ha chiesto la decadenza della responsabilità genitoriale per Martina Gentile e per il marito. Per distribuire i pizzini in tutta sicurezza infatti inquirenti e investigatori hanno accertato che portava la bambina con sé in passeggino. Domani la donna comparirà davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia.

Nella richiesta di arresto i magistrati della Dda scrivono di quel viaggio di Gentile a Palermo: «Per consegnare della posta». Il 31 gennaio del 2022, Martina Gentile svolse una missione particolare. Alle 9,37 - hanno ricostruito i carabinieri del Ros, esaminando le chat del telefonino - la maestra ha mandato un sms al suo medico: «Buongiorno dottore ho una febbricola e non posso andare a lavorare, può mandarmi certificato?». Poi, alle 11,13, un altro messaggio, alla cugina: «Io sto andando a Palermo, non so a che ora torno. Ci sentiamo quando rientro, casomai». La missione a Palermo i magistrati la scoprono esaminando il calendario da tavolo che Messina Denaro conservava nella casa di via San Vito a Campobello. Alla data del 31 gennaio, il boss aveva scritto: «Invio Tany». Quest'ultimo è il nome in codice usato per indicare Martina Gentile.

Ma chi era o chi sono i destinatari a Palermo dei pizzini del boss? Chi sono i contatti del padrino in questa città che lui frequentava in modo tranquillo, dove sicuramente aveva anche una casa dove abitare, e chi lo proteggeva? Anche in questo senso le indagini del Ros stanno scavando. Per i pm Martina Gentile avrebbe totalmente aderito alla causa del mafioso e sarebbe anche depositaria di molti dei suoi segreti. Per i magistrati Martina Gentile «ha avuto il medesimo grado di consapevolezza che può essere riconosciuto alla madre e non solo perché condivideva con quest’ultima tutti i segreti codici linguistici utilizzati per la rete logistica di supporto, ma perché dalle sue condotte traspariva nitidamente una vera e propria venerazione per ciò che Messina Denaro è stato fino al 16 gennaio 2023: un pericoloso e sanguinario capomafia».

Era una delle postine del capomafia latitante assieme a Lorena Lanceri. Gli scambi di pizzini avvenivano nello studio dell’architetto ed ex assessore comunale di Campobello di Mazara, Stefano Tramonte, che ora è indagato. Poi ci sono quelle immagini girate dalla polizia un mese prima dell’arresto di Messina Denaro, nelle quali si vede l’auto del capomafia passare davanti casa della donna e rallentare e la Gentile guardare il boss davanti all’uscio. Un modo per Messina Denaro e l’indagata per tenersi in contatto.

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