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Covid, riabilitato il consorzio di laboratori Koala di Alcamo: annullata la sospensione

Il tribunale del Riesame di Palermo ha accolto la tesi degli avvocati di Fabio Benedetto De Giorgi, che aveva subito la misura interdittiva con l'accusa di irregolarità nel processare i tamponi

Una dottoressa processa i tamponi test Covid-19 effettuati sui pazienti, nel laboratorio del Policlinico S.Martino. Genova, 26 Maggio 2020 ANSA/LUCA ZENNARO

Il tribunale del Riesame di Palermo ha annullato le misure cautelari imposte un mese fa al legale rappresentante del consorzio di laboratori di analisi Koala srl, con sede ad Alcamo, impegnato nel 2020 nel contrasto all’emergenza Covid, su incarico dell’assessorato regionale alla Salute. Fabio Benedetto De Giorgi, 43 anni, era stato sospeso dall’esercizio dei pubblici uffici o servizi in ambito sanitario e dalle analisi di laboratorio, subendo anche il divieto temporaneo di concludere contratti con la pubblica amministrazione, oltre alla proibizione di esercitare attività di impresa o di libera professione nel settore sanitario e di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese operanti in questo ambito. Provvedimenti adesso caduti nel vuoto, dopo la pronuncia del collegio palermitano, presieduto da Alessia Geraci, che ha accolto le tesi degli avvocati Tommaso Pensabene Lionti e Giovanni Domenico Cicala. Le motivazioni dell’ordinanza saranno rese note entro 45 giorni.

L’inchiesta aperta a Trapani sul consorzio si era poi estesa a Palermo, dove erano stati messi sotto inchiesta alcuni alti dirigenti dell’assessorato alla Salute. Il consorzio Koala aveva ottenuto l’incarico per la Sicilia occidentale, dopo avere risposto a un avviso pubblico emesso per far processare i tamponi mirati alla diagnosi del Covid-19. Condizione per ottenere l’incarico era che Koala e gli altri laboratori assumessero l’impegno di sottoporsi ai controlli di qualità predisposti dalla Regione.

Le misure interdittive erano scattate il mese scorso: la procura di Trapani e il gip avevano ritenuto che, proprio nell’ambito dei controlli di qualità (denominati Veq) del 2020 sarebbero emersi due risultati «non corretti». Ciò avrebbe dimostrato l’inidoneità analitica di Koala srl nel processare tamponi Covid, con il concreto rischio di referti errati e di danni per la salute pubblica. Ci sarebbe stata cioè una frode ai danni dell’assessorato. Adesso però, secondo i legali, con l’accoglimento del ricorso sono stati dimostrati da un lato la conformità dell’operato della struttura sanitaria convenzionata al quadro normativo e dall’altro la qualità tecnico-analitica di Koala, «vero baluardo del sistema sanitario - scrivono in una nota Pensabene Lionti e Cicala - nel periodo più delicato della crisi pandemica».

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