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Mafia di Castelvetrano, la Cassazione conferma le 14 condanne del processo Anno Zero

Dichiarati inammissibili i ricorsi. Per 12 imputati e solo per alcuni reati e aggravanti è stato disposto l'annullamento con rinvio

20100205 - ROMA - CRO : MAFIA: ALLARME PM, PROCESSI A RISCHIO DOPO SENTENZA CASSAZIONE.Il Palazzo di Giustizia di Palermo in un'immagine d'archivio del 30 gennaio 2010. Una sentenza della Cassazione rivoluziona la competenza nella trattazione dei processi di mafia: secondo i supremi giudici, in presenza di alcune aggravanti, la pena puo' lievitare anche fino a 30 anni di reclusione e dunque il dibattimento deve essere tenuto davanti alla Corte d'assise (competenze per i reati puniti con l'ergastolo o la reclusione non inferiore ai 24 anni). Possibile conseguenza della decisione e'l'azzeramento di tutti i processi di mafia, anche quelli già chiusi con sentenze che non siano ancora definitive. La sentenza e' stata emessa dalla prima sezione penale della Suprema Corte il 21 gennaio scorso. Proprio la settimana scorsa i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo hanno avuto 30 anni.ANSA / FRANCO LANNINO-MICHELE NACCARI / ARCHIVIO / PAL

La Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi dei 14 imputati condannati il 28 ottobre 2021 dalla Corte d’appello di Palermo nell’ambito dell’indagine antimafia «Annozero», nella quale, il 19 aprile 2018, rimasero presunti mafiosi, tra i quali anche due cognati del boss Matteo Messina Denaro, e «fiancheggiatori» di Cosa Nostra nel Belicino. Con la stessa sentenza la suprema Corte ha annullato con rinvio la posizioni di 12 imputati, limitatamente ad alcuni reati e aggravanti. Le indagini, che hanno fatto emergere anche l’interesse del clan nel settore delle scommesse online, sono state condotte da carabinieri e dalla Dia di Trapani.

La sentenza di secondo grado aveva sostanzialmente confermato, seppur con una serie di riduzioni di pena, quella emessa, l’11 novembre 2019, dal gup di Palermo Cristina Lo Bue nel processo celebrato col rito abbreviato. Il giudice aveva complessivamente inflitto 143 anni di carcere. La pena più severa (19 anni e 4 mesi di carcere) fu per Vincenzo La Cascia, di 75 anni, di Campobello di Mazara (Tp), al quale, in secondo grado, la condanna venne ridotta a 12 anni e 8 mesi. In appello, inoltre, ridotta (da 18 anni a 14 anni 10 mesi) anche la pena per Raffaele Urso, 64 anni, anche lui di Campobello di Mazara. Entrambi sono considerati due boss di primo livello negli organigrammi di Cosa Nostra belicina.

Queste le altre pene inflitte dalla Corte d’appello il 28 ottobre 2021: 13 anni e 4 mesi a Nicola Accardo, 58 anni, ritenuto il capomafia di Partanna, 11 anni e mezzo al 59enne campobellese Filippo Dell’Aquila, 11 anni e 4 mesi al 53enne partannese Antonino Triolo, 7 anni e 2 mesi al castelvetranese Giuseppe Paolo Bongiorno, di 35 anni, che in primo grado era stato condannato a 11 anni, 11 anni e 2 mesi a Giuseppe Tilotta, di 61, 10 anni e 8 mesi a Calogero Guarino, 54 anni, 6 anni e 10 mesi al 45enne Leonardo Milazzo, anche loro di Castelvetrano, 10 anni in continuazione con una precedente condanna al campobellese Andrea Valenti, di 71 anni, 8 anni confermati al mazarese Angelo Greco, di 54 anni, come pure confermati i 3 anni e 4 mesi al 51enne campobellese Mario Tripoli, già in primo grado assolto però dall’accusa di associazione mafiosa, un anno e 10 mesi al 38enne castelvetranese Bartolomeo Tilotta, accusato di favoreggiamento, come pure Giuseppe Rizzuto, 44 anni, imprenditore edile di Castelvetrano, assolto in primo grado e condannato a 6 mesi in appello. Anche per quest’ultimo sentenza annullata con rinvio a diversa sezione di Corte d’appello.

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