È stato avviato, davanti al Tribunale di Marsala, il processo a Matteo Messina Denaro, assente, che è stato incardinato su due indagini della Dda di Palermo - «Annozero» sulle «famiglie» del Trapanese e «Hydi» su quelle dell’Agrigentino - nelle quali il boss di Cosa Nostra era rimasto coinvolto, ma la cui posizione era stata stralciata in fase di udienza preliminare quando era ancora latitante.
Anche oggi, però, Messina Denaro era assente e ha fatto pervenire una «rinuncia a comparire» in udienza firmata dall’imputato. Sulle sue condizioni di salute non è arrivata alcuna comunicazione. «Non sappiamo neppure se ha la febbre - ha detto la presidente del collegio giudicante - Non abbiamo altro oltre alla rinuncia, se non notizie giornalistiche».
Il difensore d’ufficio di Messina Denaro, l’avvocato Luca Bonanno del foro di Palermo, ha quindi chiesto un rinvio per accertarsi personalmente delle «reali condizioni di salute» del suo cliente. «Soprattutto sul piano psicologico - ha aggiunto il legale - e se è in grado di partecipare al processo». L’udienza è stata, quindi, aggiornata al 18 ottobre.
All’ex latitante si contesta di avere impartito direttive, attraverso rapporti epistolari, costituendo il punto di riferimento mafioso decisionale in relazione alle attività e agli affari illeciti più importanti, gestiti da Cosa Nostra, in provincia di Trapani e in altre zone della Sicilia. A sostenere l’accusa è il pm della Dda Gianluca De Leo. Numerose le parti civili ammesse dal gup di Palermo al momento del rinvio a giudizio.
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