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Il «postino» delle ricette di Matteo Messina Denaro ora è accusato anche di associazione mafiosa

Si aggrava la posizione di Andrea Bonafede, operaio comunale di Campobello di Mazara e cugino omonimo dell'uomo che prestò l'identità al boss. Una sim card al centro dei nuovi accertamenti

Andrea Bonafede (l'operaio comunale di Campobello di Mazara) e Matteo Messina Denaro

Per la Procura di Palermo Andrea Bonafede, operaio del Comune di Campobello di Mazara, non ha solo favorito Matteo Messina Denaro, ritirando le ricette dal medico Alfonso Tumbarello. «Un favore a mia insaputa», aveva detto nel corso dell’interrogatorio. Sarebbe stato invece una pedina del suo scacchiere mafioso. Non un semplice favoreggiatore, ma un associato a Cosa nostra. Uno su cui il boss riponeva la massima di fiducia, se, come ritengono i pm, Messina Denaro gli ha chiesto aiuto in un momento di grandissima difficoltà. Il 3 novembre 2020 l'ex superlatitante ha apprende di essere malato di tumore. All’indomani Bonafede attiva una sim card in un vecchio cellulare in passato usato dalla suocera e dalla madre.

Si complica, pertanto, la posizione dell’operaio omonimo del cugino geometra, che aveva prestato l’identità a Messina Denaro. La Procura di Palermo, nel giorno in cui era prevista la sentenza davanti al gup Rosario Di Gioia, ha modificato, e in maniera pesante, il capo di imputazione di Andrea Bonafede. Al favoreggiamento aggravato, e alla procurata inosservanza di pena, ha aggiunto il reato di associazione mafiosa, che, in caso di condanna, renderebbe molto più dura la pena. Per il procuratore capo Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i sostituti Gianluca De Leo e Piero Padova, possono essere mosse tutte e tre le contestazioni senza che il reato più grave – l’associazione mafiosa – assorba i primi due. Il processo è stato aggiornato per le conclusioni al 12 settembre.

Dai nuovi atti depositati dalla procura emergerebbe che Bonafede non si sarebbe limitato a ritirare le ricette dal medico Tumbarello. Al contrario, viene indicato come punto di riferimento in altre attività dell’ex padrino. Attività che gli hanno consentito di mantenere i contatti sul territorio e continuare ad esercitare il potere. La procura non crede all’operaio, che aveva detto di non conoscere Messina Denaro. C’è quel video che li immortala l’uno a poca distanza dall’altro. Pura casualità, disse nell’interrogatorio, non si sarebbero parlati, né rivolti un saluto da lontano. Alle 14,36 del 13 gennaio scorso. Tre giorni prima di essere arrestato Messina Denaro è in giro per Campobello. Nel filmato si vede Messina Denaro camminare per strada a piedi e salire sull’Alfa Romeo Giulietta. Poi arriva Bonafede su una macchina del Comune. Per smentire questa ricostruzione il legale della difesa, l’avvocato Tommaso De Lisi, aveva depositato il report dei messaggi scaricati dal cellulare di Bonafede. C’è un sms in cui veniva incaricato di recarsi in via Galileo Galilei e a pochi passi dal luogo dell’incontro con Messina Denaro. Doveva occuparsi della sostituzione di una lampada guasta dell’illuminazione pubblica. Secondo l’accusa, le cose sarebbero andate in maniera diversa.

Nelle foto Andrea Bonafede (l'operaio comunale di Campobello di Mazara) e Matteo Messina Denaro

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