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Giovane operaio morto in un cantiere a Campobello di Mazara, familiari risarciti con un milione e 860 mila euro

Claudio Ingoglia morì il 6 febbraio 2008, a soli 18 anni, in un incidente alle Cave di Cusa. La sentenza della Corte d’appello di Palermo

Un momento della manifestazione nazionale degli edili contro le morti sul lavoro indetta dai sindacati Cgil Cisl Uil in piazza Santi Apostoli, Roma, 13 novembre 2021. ANSA/ANGELO CARCONI

La terza sezione civile della Corte d’appello di Palermo ha deciso un risarcimento danni complessivo di circa un milione e 860 mila euro in favore dei familiari di un giovane operaio, Claudio Ingoglia, morto il 6 febbraio 2008, a soli 18 anni, in un incidente sul lavoro in un cantiere alle Cave di Cusa, in territorio di Campobello di Mazara.

Nella sentenza, si sottolinea, infatti, che le indagini svolte dalla Procura di Marsala hanno consentito di accertare che «l’infortunio mortale è stato determinato dall’incauta gestione della sicurezza sul lavoro nel cantiere da parte sia della società Euro Costruzioni, quale datore di lavoro dell’operaio deceduto, sia dell’architetto Ditta, quale progettista e direttore dei lavori per conto del Comune di Campobello di Mazara».

La corte d’appello di Palermo ha condannato la Euro Costruzioni, Luigi Patti, Alberto Ditta, Bartolomeo Castiglione e il Comune di Campobello di Mazara al risarcimento, in solido tra di loro, dei danni, liquidati in 362.847 euro per Rosa Rizzo, compagna dell’operaio morto, in 343.234 euro per Ingoglia Francesco (figlio), in 235.360 euro ciascuno per i fratelli Marco e Riccardo Ingoglia, in 343.234 euro ciascuno per i genitori Giuseppina Spagnolo e Francesco Ingoglia, oltre interessi legali e rivalutazione monetaria.

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